Malgrado quello che ne possa pensare il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, il Reddito di Cittadinanza è una misura che in molti stanno attendendo con trepidazione. A dimostrarlo basta quanto accaduto con un falso sito dell'Inps, denominato Imps. Già l'acronimo utilizzato, che sta per Istituto mondiale provvidenza solare, avrebbe dovuto mettere sull'avviso. Ma, purtroppo, il desiderio di ricevere l'agognato sussidio deve aver prevalso su un naturale spirito di osservazione. E ben 700.000 persone sono cadute nell'equivoco e hanno eseguito la procedura per poter accedere al beneficio.

L'obiettivo del falso sito

Il sito Imps è stato creato dalla Ars Digitalia, azienda con sede a Napoli, che sviluppa siti internet, software e app mobili. Se, certamente, uno degli obiettivi principali del sito era quello di presentare, con un accento goliardico, la misura del reddito di cittadinanza voluta dal M5S, un altro obiettivo era quello di sensibilizzare gli utenti dalla rete sulla diffusione dei dati sensibili sul web e sui rischi potenziali che si potrebbero correre. Oltre, ovviamente, a pubblicizzare l'azienda creatrice del sito.

Le visualizzazioni complessive del sito

L'esperimento effettuato dall'Ars Digitalia ha sortito un notevole effetto. Infatti, fino allo scorso 15 dicembre, il falso sito Imps aveva fatto registrare ben 722.000 visualizzazioni totali.

Diversi utenti, tra cui molti immigrati regolari, avevano compilato il modulo di registrazione per poter accedere al beneficio del reddito di cittadinanza. Come spiega Domenico Neto, uno dei soci di Ars Digitalia, ovviamente la compilazione del modulo non consente la registrazione dei dati forniti dagli utenti in alcun modo.

E questo sarebbe dimostrato anche dal fatto che, quando si arriva al punto di digitare il bottone per l'invio della richiesta, questo si sposta dalla sua posizione originale rendendo di fatto impossibile effettuare la prenotazione. Molte persone però, non riuscendo nel loro intento, hanno contattato direttamente la società informatica ritenendo che si trattasse di un malfunzionamento del sito.

Quando, spiega Neto sentito da "Il FattoQuotidiano.it", è stato spiegato loro che si trattava in buona sostanza di uno scherzo alcuni l'hanno presa sul ridere, ma molti altri ci sono rimasti molto male. L'intento goliardico è ancora più evidente se si accede alla sezione del sito per gli immigrati. Qui, il reddito di cittadinanza diventa "reddido di giddadinanza" e tutto il form con la richiesta di inserimento dei dati anagrafici e reddituali utilizza questa sorta di linguaggio "maccheronico". Ma tant'è, in tempo di crisi non si fa caso alle sfumature stilistiche.