Mattia Mingarelli potrebbe essere stato ucciso e il suo corpo potrebbe essere stato spostato dopo la morte.
Il giovane agente di commercio della Trussoni Beverage era scomparso lo scorso 7 dicembre dalla Valmalenco (frequentata zona turistica della Valtellina, in provincia di Sondrio). La vigilia di Natale, alcuni sciatori hanno trovato il corpo del ragazzo, ormai senza vita, in un un boschetto a quasi 2.000 metri di quota. Gli inquirenti - coordinati dal tenente colonnello Emanuele De Ciuceis, del comando provinciale dell'Arma dei Carabinieri di Sondrio - non escludono alcuna pista.
Indagini a 360 gradi
La morte di Mattia Mingarelli, trentaduenne di Albavilla (comune di Como) è ancora un giallo. Le cause, e le circostanze del decesso, non sono chiare e gli inquirenti, pur mantenendo il massimo riserbo, stanno investigando a 360 gradi e non se la sentono di escludere nessuna pista. Neppure quella dell'omicidio.
Il corpo senza vita del ragazzo è stato ritrovato, nel primo pomeriggio del 24 dicembre, in un bosco da alcuni sciatori impegnati a raggiungere la ski-area Chiesa in Valmalenco-Palù (alquanto frequentata durante questi giorni di festa). Quella zona, a due passi dal Rifugio ai Barchi (dove Mattia è stato visto per l'ultima volta), nelle scorse settimane era stata ampiamente battuta, con l'ausilio anche di cani molecolari, dai militari del Sagf della Guardia di finanza, dai carabinieri, dai vigili del fuoco.
dagli uomini del Soccorso Alpino e dai volontari della Protezione Civile malenca: gli investigatori, dunque, non escludono che il cadavere sia stato spostato e sistemato lì solo negli ultimi giorni (magari dopo che la Prefettura di Sondrio ha annunciato la sospensione delle ricerche).
Dopo un lungo sopralluogo, il magistrato di turno Antonio Cristillo ha disposto l'autopsia (che verrà effettuata nei prossimi giorni).
La scomparsa
Mattia Mingarelli aveva fatto perdere le sue tracce lo scorso 7 dicembre. A bordo della sua auto, un'Audi A1, e in compagnia del suo cane Dante, aveva raggiunto la baita di famiglia a Chiesa in Valmalenco. Dopo aver sistemato i bagagli, aveva pranzato presso il rifugio La Gusa e aveva passeggiato per quei boschi che tanto amava.
Verso sera, a quanto sembra, si era intrattenuto con Giorgio Del Zoppo, gestore del rifugio Ai Barchi e poi era sparito nel nulla. Il mattino seguente, Del Zoppo aveva ritrovato lo smartphone di Mattia nella neve e lo aveva consegnato ai carabinieri. L'uomo, nelle scorse settimane, è stato più volte sentito "come persona informata dei fatti" e il suo rifugio era stato messo sotto sequestro dai carabinieri della sezione investigazioni scientifiche.