Terribile tragedia in Tunisia, dove un giornalista di una tv locale, Abderrazak Zorgui, si è dato fuoco per protestare contro il Governo turco, accusato dallo stesso Zorgui di favorire ancora la corruzione e di non dare lavoro a chi è disoccupato. Una situazione precaria che, quindi, sarebbe anche quella dei giornalisti. Il cronista, prima del gesto, ha spiegato che questo gesto volontario per lui rappresenta l'inizio di una sorta di rivoluzione contro questo sistema, pieno di ingiustizie sociali, a suo dire. Il fatto di cronaca si è verificato a Kasserine, una città turca, in pieno centro.

Sconvolte le persone che hanno assistito alla scena. Purtroppo il collega non c'è l'ha fatta, troppo gravi le ustioni riportate.

Appello ai disoccupati

Zorgui lavorava per l'emittente locale Telvza Tv. Probabilmente non sopportava più la sua situazione precaria, quindi ha deciso di compiere il suo gesto dimostrativo. Lo ha fatto, però, ben conscio delle terribili conseguenze che un gesto del genere poteva apportare, non prima però di fare un lungo video in cui ha spiegato nel dettaglio le sue ragioni. Nello stesso, ha invitato tutti coloro che sono disoccupati a scendere in piazza contro il Governo. Abderrazak, nel video, poi annuncia che sarà contento se qualcuno, dopo questa sua dimostrazione, riuscirà a trovare un posto di lavoro o ad essere assunto stabilmente presso qualche azienda.

Un monito sicuramente forte quello del giornalista, che ha denunciato una situazione non facile. Il gesto però gli è costato la vita, nonostante sia stato immediatamente soccorso.

Molta gente è scesa in strada

La protesta del cronista ha sicuramente avuto l'effetto sperato, poiché infatti tantissima gente è scesa in strada per protestare.

La manifestazione di dissenso ha anche causato alcuni feriti, circa sei, secondo quanto riferisce il quotidiano italiano Repubblica. I manifestanti hanno urlato tutta la loro rabbia contro la situazione di precarietà che attraversa la regione, e hanno anche chiesto la caduta del regime. Una popolazione dunque esasperata dalla mancanza di lavoro.

Gli stessi hanno denunciato anche la marginalizzazione del governatorato di Kasserine. Ora si teme che in Tunisia possa riesplodere l'ennesima stagione di proteste, del tutto simile a quella che accadde nel 2010, quando ad un ambulante le autorità sequestrarono la sua merce. Nelle regioni meridionali della Tunisia la disoccupazione, secondo i dati aggiornati, supera abbondantemente il 30%.