Migranti e rischio terrorismo, la Dda di Palermo fa scattare le manette per 14 persone sospettate di far parte di un'organizzazione criminale pronta a colpire in Italia. L'inchiesta ha portato a diversi arresti, perquisizioni e controlli su una rete di fondamentalisti islamici scoperta dagli inquirenti siciliani grazie alle “soffiate” di un pentito deciso a prevenire un possibile bagno di sangue sul territorio che ospita da anni migliaia di profughi provenienti dall'Africa e da ogni parte del mondo. Si parla, nelle carte dell'indagine curata dal Ros dei Carabinieri nelle scorse settimane, di “concreto pericolo per la sicurezza nazionale” rappresentato dalla presenza di svariate “cellule dormienti” della jihad nella Penisola.
Migranti, rischio terrorismo in Italia: inchiesta shock
La stessa attività investigativa ha permesso di far luce su una lunga serie di reati attribuibili ai gruppi organizzati di immigrati clandestini approdati sul suolo italiano grazie ai continui arrivi di barconi sulle coste della Sicilia e della Calabria: associazione a delinquere, contrabbando ed esercizio abusivo dell'intermediazione finanziaria alcuni degli illeciti contestati. Proprio nel pieno della crisi “umanitaria” della Sea Watch 3, la magistratura antimafia e antiterrorismo mette a nudo uno degli aspetti più controversi e meno noti delle migrazioni in corso verso l'Europa, ovvero la penetrazione di bande jihadiste intenzionate ad organizzare attentati in Italia e in altri Stati dell'area UE.
Terrorismo, Dda Palermo fa arrestare 14 migranti
Fondamentale, allo scolpo di sgominare i gruppi terroristici sparsi tra Palermo, Trapani, Caltanissetta non senza infiltrazioni nel nord Italia (precisamente, a Ome in provincia di Brescia), si è rivelata l'investigazione sulla tratta di esseri umani dalla Tunisia verso la Sicilia con l'uso di mezzi leggeri e veloci gestiti da esperti scafisti.
Gli arrestati, o almeno alcuni di essi, potrebbero aver preso parte alla pianificazione di azioni stragiste da compiere nel Paese ospitante, essendo legati a “formazioni terroristiche di matrice confessionale” e tutti con importanti precedenti penali come sottolineato dai responsabili dell'inchiesta coordinata dal Procuratore Lo Voi.
Sullo sfondo, lo spettro dell'Isis che non sembra disdegnare l'ipotesi di mettere a segno uno o più attentati “esemplari” sul suolo italiano attraverso il “martirio” dei tanti adepti attratti dalla prospettiva di “raggiungere il paradiso” con la “guerra santa agli infedeli”.