Il comportamento scorretto di un proprio figlio, che sia una marachella, una goliardata o un atto riconducibile al bullismo non esclude i genitori da seri problemi. Una recentissima sentenza della suprema Corte di Cassazione infatti ha condannato un genitore a risarcire il danno ad una bidella di una Scuola verso la quale il proprio figlio aveva avuto un comportamento scorretto. Una vicenda che aveva avuto già uno strascico penale, ma con i giudici che avevano assolto il ragazzo perché minorenne ed incapace di intendere e volere nel momento in cui commetteva la bravata.

La Cassazione con la sua pronuncia mette i paletti tra sede penale e sede civile, ammettendo il fatto che un giudice possa andare a sanzionare un soggetto che prima era stato assolto dal punto di vista penale.

La vicenda

L’ordinanza n° 4152/2019 ha chiarito la vicenda di una bidella che aveva ricevuto offese e ingiurie da parte di un ragazzo minorenne che aveva imbrattato la scrivania della lavoratrice con scritte offensive. Dopo la denuncia da parte della lavoratrice, sia il Tribunale dei Minori che il Giudice di Pace avevano sancito l’incapacità di capire l’errore da parte del ragazzo all’epoca dei fatti minorenne. Secondo gli ermellini della Cassazione, pur se apprezzabilissimo, il lavoro del Tribunale dei Minori è andato avanti con le parti che si sono limitate solo a generiche contestazioni circa la veridicità dell’accaduto e alla sussistenza della condotta disdicevole del ragazzo.

Inoltre si è continuato a sminuire l’accaduto considerandolo una semplice goliardata. La Cassazione ha spostato l’obbiettivo della pronuncia verso il genitore, inevitabilmente colpevole di scarsa educazione data al figlio per principi basilari del vivere comune come lo sono il rispetto del prossimo ed il rispetto del lavoro altrui.

Il genitore è responsabile in sede amministrativa

La domanda risarcitoria della bidella pertanto è accolta dalla Suprema Corte perché la pronuncia di assoluzione in sede penale non impedisce al Tribunale Civile riesaminare e rivalutare tutti gli elementi già presi in considerazione dai precedenti giudici, aggiungendone altri di propria iniziativa.

Non essendo mai stata messa in discussione la condotta disdicevole e soprattutto, la responsabilità conclamata di quel ragazzo, la pronuncia ha sancito la condanna del padre a risarcire la bidella per le offese e ingiurie ricevute. In pratica, quello che può essere considerato perdono giudiziale in sede penale non è efficace in sede civile dove si valutano nuovi aspetti come quello della carenza di educazione e quindi della piena responsabilità del genitore nei confronti del figlio minorenne.