Parole dure e che hanno lasciato di sasso molti ciclisti e tifosi che l'hanno seguito durante le imprese in bicicletta. Gianni Bugno è sempre stato chiaro e diretto ma soprattutto sincero, un signore d'altri tempi durante le corse. Sceso dalla sella ormai nel lontano 1998 dopo una carriera strepitosa si è dedicato al volo, divenendo anche pilota di elisoccorso, non ha mai lasciato del tutto il mondo del Ciclismo e spesso partecipa a fiere ed eventi sempre con un occhio rivolto alla sicurezza dei ciclisti.

Gianni Bugno interviene a Cosmo Bike sulla sicurezza dei ciclisti

Durante la fiera di Verona Cosmo Bike, ormai punto di riferimento per gli appassionati, Gianni Bugno ha voluto rimarcare il problema della sicurezza e del rispetto verso i ciclisti. In fiera era anche presente il fratello di Michele Scarponi, Marco, impegnato con la fondazione che porta il nome del fratello morto in un incidente, nella diffusione di buone pratiche in strada.

Sconcertante in particolare una frase di Bugno, provocatoria certamente, ma che porta alla luce un problema ancora non risolto: 'Non vado più in bici. Lo farei, ma ho paura: le biciclette sono percepite come un fastidio. Ai ciclisti dico di rendersi visibili con luci e abbigliamento fluorescente'.

Da un ex campione del mondo su strada e con un palmares invidiabile queste parole lasciano l'amaro in bocca.

ACCPI, a Verona per la sicurezza stradale

Insieme a Bugno e al fratello di Michele Scarponi a Verona erano presenti anche i vertici dell'ACCPI, l'Associazione Corridori Ciclisti Professionisti Italiani per promuovere la petizione 'Siamo tutti nella stessa barca'.

Petizione che si vorrà poi proporre come disegno di legge, tre sono i punti fondamentali, spiega il presidente Cristian Salvato alla Gazzetta: 'Rispetto della legge 366 del 1998 per cui ogni nuova strada che si realizza deve essere supportata e accompagnata da una pista ciclabile; supporto alle famiglie dei ciclisti vittime di incidenti - ancora continua Salvati - rispetto della distanza laterale in fase di sorpasso'.

C'è da segnalare che è in discussione in Commissione Trasporti del Senato la riforma del nuovo Codice della strada, che coinvolge e tutela chi si sposta in bicicletta. Verrà introdotto il limite dei 30 km/h nei centri abitati, sarà concesso utilizzare corsie preferenziali, verrà predisposta una striscia di arresto davanti alla colonna delle auto in prossimità dei semafori. Molto però c'è ancora da fare come segnala il fratello di Michele Scarponi, infatti poco è cambiato dalla sua morte in materia di codice della strada, per aumentare la sicurezza dei ciclisti.