La più pesante accusa a suo carico è quella di aver abusato violentemente in sagrestia di due ragazzini, facenti parte del coro quando ancora era arcivescovo della cattedrale di Saint Patrick, nella grande città australiana di Melbourne nel 1996, all'età di 55 anni. Circa un mese dopo, secondo la giuria, lo stesso prelato si sarebbe reso responsabile di un’altra oscena aggressione, questa volta in un corridoio dei sacri palazzi, sempre ai danni di uno dei due ragazzini già precedentemente citati. Lo scorso dicembre, l'arcivescovo in questione: George Pell, di 77 anni, è stato dichiarato come il colpevole di tali atti di pedofilia.

Contemporaneamente alla dichiarazione di colpevolezza di questo arcivescovo australiano, in Vaticano, papa Bergoglio approvava l’espulsione di un altro importante prelato: Theodore McCarrick, anch'esso autore di numerosi abusi sessuali su minori e adulti. Anche George Pell, ora che le accuse vengono confermate, sembra essere stato allontanato dallo Stato Pontificio.

Tutti questi fatti emergono dopo il summit, voluto da Papa Francesco qualche giorno fa in Vaticano, che ha preso una netta posizione riguardo la pedofilia ponendosi come obiettivo quello di condannare tutti gli abusi che ancora avvengono nella chiesa, senza coprirne nemmeno uno. Proprio domenica scorsa infatti papa Francesco, nel consueto Angelus, ha così definito la pedofilia nella chiesa: «Una piaga mostruosa».

La carriera e le recenti accuse

George Pell è stato ordinato sacerdote a Roma nel 1966, ed è tornato in Australia nel 1971 dove è diventato Arcivescovo di Melbourne nel 1996, poi di Sydney nel 2001 e nel 2014 è stato infine nominato prefetto della Segreteria per l'economia, dove, secondo papa Francesco, avrebbe dato più trasparenza alle Finanze Vaticane.

Da qualche tempo è sospettato per essere autori di abusi sessuali.

Lo scandalo e il processo

Secondo la Commissione che ha svolto una recente indagine nei paesi dove avvengono più abusi sessuali da parte di preti e alti prelati, le nazioni più a rischio sono l’Irlanda, gli Stati Uniti e l’Australia, che è stata tremendamente scossa dagli scandali da poco emersi.

Secondo la stessa commissione sono oltre 4000 le persone che avrebbero subito violenze in circa 1000 istituzioni cattoliche nel territorio australiano nel periodo tra il 1980 e il 2015.

Anche la città di origine di Pell, Ballarat, aveva una percentuale molto alta di abusi e secondo molte vittime ci sarebbero anche molti suicidi ogni anno. Gli avvocati del arcivescovo australiano durante il processo hanno invitato la giuria a non condannare il prelato come un capro espiatorio per tutti gli abusi di preti e vescovi pedofili.

La giuria del tribunale, che è composta da 12 membri dello stato di Victoria, nonostante abbiano ricevuto queste esortazioni hanno emesso la loro sentenza: "George Pell, anche se continua a dichiararsi innocente, è colpevole".