Su Rai 2 è in corso la ‘rivoluzione’ fortemente voluta dal nuovo direttore di rete Carlo Freccero. Dopo la programmazione in prima serata dello scandaloso ma struggente film Ultimo tango a Parigi, con Marlon Brando, e la messa in onda dello storico concerto dei Queen nello stadio londinese di Wembley, Freccero ha pensato bene di produrre una serie di show a basso costo dedicati ai ‘principi della risata’ italiani. A basso costo si fa per dire perché, mentre la prima puntata dedicata al fondatore del M5S Beppe Grillo è costata solo 40mila euro e il comico genovese non ha richiesto diritti, la seconda puntata, con protagonista Roberto Benigni, andata in onda il 4 febbraio, è costata cara alla Rai.

Circa 150mila euro a fronte dei 200mila richiesti dal comico toscano e dal suo manager Lucio Presta, con la motivazione che Benigni ha da tempo acquistato i diritti di tutte le sue performance tv, anche quelle messe in scena a viale Mazzini.

Roberto Benigni chiede 200mila euro alla Rai

Secondo quanto riporta questa mattina Gianluca Roselli sul Fatto Quotidiano, Roberto Benigni, tramite il suo manager Lucio Presta, avrebbe chiesto alla Rai oltre 200mila euro di diritti per permettere di mandare in onda lo speciale a lui dedicato dal titolo C’è Benigni. Il comico toscano, infatti, avrebbe acquistato da tempo (tramite la società Melampo Cinematografica, di cui è proprietario insieme alla moglie Nicoletta Braschi) i diritti di immagine di tutte le esibizioni televisive tenute in decenni di carriera, comprese quelle mandate in onda dalla tv di Stato.

Alla fine, pare che le due parti si siano accordate per una cifra compresa tra i 100 e i 150mila euro. Una enormità, considerato il fatto che si tratta di immagini di repertorio, già viste e riviste dai telespettatori italiani. Si calcola che, su 110 minuti di trasmissione di C’è Benigni, circa 70 fossero coperti da copyright.

“Io non parlo di cifre, ma quello che viale Mazzini ha speso per realizzare il programma è assolutamente sotto il suo reale valore”, ha invece sprezzantemente commentato Lucio Presta.

Spesi solo 40mila euro per C’è Grillo

A differenza di Roberto Benigni, Beppe Grillo, il cui show C’è Grillo era andato in onda il lunedì precedente, non ha acquistato i diritti delle sue esibizioni televisive.

Pertanto, il comico genovese, fondatore del M5S, non ha chiesto nulla a mamma Rai che, per la sola messa in onda, ha comunque speso circa 40mila euro. Un fatto abbastanza normale quando si tratta di programmi tv di alto livello, anche se secondo alcuni è sempre troppo, vista la datazione delle immagini trasmesse. “Se pensiamo che Fabio Fazio costa 450mila euro a puntata, con 150mila euro si può realizzare un programma di buon livello. Per una serata di repertorio è una cifra oltre la media”, ha rivelato al Fatto un anonimo dipendente Rai.