Sta facendo discutere una sentenza pronunciata a Genova da un giudice, che ha condannato per il reato di omicidio un uomo di 56 anni, Javier Napoleon Pareja Gamboa. Il soggetto, originario dell'Ecuador, uccise la sua compagna, Jenny Angela Coello Reyes, di 46 anni, nell'aprile dello scorso anno. La donna fu colpita con diverse coltellate al petto. Il movente del folle gesto dell'uomo, è da ricercare prevalentemente nella gelosia, in quanto la compagna non avrebbe eseguito quanto da lui richiesto, ovvero di lasciare il suo amante. Proprio questo particolare ha evitato che l'uomo potesse essere condannato ad una pena di 30 anni di carcere, quest'ultima già richiesta dal pm che all'epoca segui il caso.

Ma adesso gli è stata riconosciuta l'attenuante, e dovrà scontare "solo" 16 anni dietro le sbarre.

Il soggetto ha colpito per rabbia e delusione

La sentenza emessa, spiega nel dettaglio le motivazioni che hanno portato l'uomo ad uccidere la sua compagna. Come detto in apertura, la stessa avrebbe rifiutato le richieste fatte dal 56enne, che le intimava di lasciare al più presto il suo amante. Questa situazione sicuramente non è andata giù all'omicida, che quindi, per dirlo con le parole della sentenza, ha agito con un "misto di rabbia e disperazione". Un movente quindi passionale. All'epoca dei fatti il caso scosse, e non poco, il capoluogo ligure e il Paese intero. L'attuale sentenza riconosce quindi lo stato di sofferenza dell'uomo per questa situazione, anche se lo ribadiamo condanna quanto accaduto come un fatto gravissimo, e senza giustificazioni.

L'uomo inoltre, secondo i legali, ha agito proprio in relazione al comportamento della donna, la quale l'avrebbe illuso e disilluso al tempo stesso.

Un terzo della pena scontata

Lo sconto di pena ottenuto dall'uomo è pari quindi ad un terzo del totale di quanto stabilito in precedenza, ovvero 30 anni. La sentenza sottolinea poi come un gesto simile non sia assolutamente perdonabile, "umanamente incomprensibile", così lo definiscono i giudici nel documento che condanna in via definitiva l'uomo.

Il processo nei suoi confronti è stato celebrato con il rito abbreviato, almeno così riferisce Il Messaggero. Una sentenza, questa di Genova, che riguarda quanto accaduto qualche giorno fa, quando ha fatto scalpore la decisione di tre giudici donne di Ancona, che hanno ritenuto non credibile la versione di una ragazza peruviana che sarebbe stata vittima di uno stupro: la motivazione della sentenza recita che la ragazza "sembrava un maschio", troppo brutta perché qualcuno potesse provarci.