L'intricata vicenda della morte di Imane Fadil, l'ex modella 34enne morta lo scorso 1° marzo dopo un ricovero di circa un mese presso la clinica Humanitas di Rozzano si arricchisce di un inedito capitolo. I cronisti dell'agenzia di stampa Adnkronos, hanno avuto modo di parlare con un addetto dell'obitorio in cui si trova il cadavere. Questi avrebbe rivelato che attualmente vige il divieto per chiunque di avvicinarsi al cadavere per disposizione della Procura della repubblica di Milano, che sta indagando sulle cause della morte dell'ex modella. Secondo le indiscrezioni provenineti dai cronisti dell'agenzia, l'autopsia è programmata per la metà della prossima settimana, presumibilmente mercoledì o giovedì prossimo.

Neppure i parenti della donna possono al momento avvicinarsi alla sua salma

Il divieto di avvicinarsi alla salma di Imane Fadil è esteso anche ai parenti prossimi della vittima, genitori e fratelli. Questo ordine impartito dall'autorità giudiziaria appare abbastanza singolare e non si conoscono le esatte motivazioni. Si potrebbe pensare ad un principio di prudenza, visto il sospetto emerso negli scorsi giorni che la causa della morte della donna potrebbe essere l'avvelenamento e considerato che la giovane 34enne era coinvolta come testimone nei processi relativi al caso Ruby.

Solo l'autopsia però potrà dare maggiori conferme, soprattutto dopo la notizia che la concentrazione dei metalli radioattivi nel sangue della giovane donna sarebbe a livelli trascurabili.

Sarà l'analisi dei tessuti da parte dei medici legali a poter fornire maggiori risposte e magari anche una soluzione sulle cause che hanno portato al decesso.

La cartella clinica avrebbe escluso che la morte sia avvenuta a causa di tumori o malattie autoimmuni

La cartella clinica redatta dal personale sanitario della clinica Humanitas, che ha avuto in cura l'ex modella per circa un mese, avrebbe escluso quale causa del decesso una qualsiasi forma di tumore del sangue o di altri linfomi, lo stesso vale per qualsiasi tipologia di malattie autoimmuni che avrebbero potuto danneggiare il midollo.

Secondo le informazioni trapelate e riportate dai cronisti, i medici curanti avrebbero raccontato di un decadimento repentino di alcuni organi vitali che ha portato la giovane alla morte, dopo un mese dal ricovero. Sarà probabilmente l'autopsia a poter consentire di individuare cosa abbia causato queste degenerazioni dei tessuti.