Report su cinque viadotti delle autostrade italiane "edulcorati" e non corrispondenti al vero. E' questa l'accusa mossa dagli inquirenti della Guardia di Finanza di Genova ad alcuni personaggi di spicco della società Autostrade e di Spea, la società controllata del gruppo Atlantia che si occupa delle manutenzioni. Nel registro degli indagati quindi sono finti Michele Donferri Mitelli, egli stesso responsabile delle manutenzioni sulla rete autostradale e l'ad di Spea, Antonino Galatà. L'accusa a cui dovranno rispondere è di falso. Secondo quanto emerso dall'attività di indagine, strettamente collegata a quella del crollo del Ponte Morandi a Genova la scorsa viglia di Ferragosto, con un modus operandi quasi abitudinario, i report prodotti su alcuni ponti, cinque secondo chi indaga, non sarebbero stati corrispondenti al vero stato di salute delle infrastrutture in questione.

Questo stratagemma, quindi, avrebbe nascosto le reali condizioni dei ponti in questione.

Cinque viadotti in cattivo stato

La circostanza, spiega SkyTg24 sulle sue pagine on-line, era già emersa durante gli interrogatori effettuati dalla Procura del capoluogo ligure in merito a quanto successo sul Morandi, tragedia nella quale, come si ricorderà, persero la vita oltre 40 persone. Da quel giorno, in tutta Italia, è stata massima l'attenzione dei vari enti locali sullo stato delle infrastrutture ricadenti nei territori di competenza. Le indagini degli investigatori intanto sono proseguite e, nello scorso gennaio, dodici persone, tra tecnici ed ingegneri di Spea, sono finite nel registro degli indagati.

Insieme a loro anche alcune persone facenti parte nell'organigramma pugliese di Autostrade. Ed è proprio in Puglia che si trova uno dei viadotti incriminati: si tratta, per essere precisi, del Paolillo, situato sul tratto autostradale Napoli-Canosa di Puglia. A tal proposito lo scorso gennaio ci fu un'ispezione nella sede pugliese di Spea.

Il Paolillo era da tempo finito al centro dell'attenzione dello stesso ministero delle Infrastrutture. Due altri ponti considerati a rischio si trovano nella stessa Genova, e sono il Pecetti e il Sei, seguiti poi dal Moro e dal Gargassa, che si trovano uno sulla A14, e l'altro sulla A26.

La testimonianza di alcuni tecnici Spea

Nel corso dell'inchiesta sul crollo del Ponte Morandi, vennero sentiti dalla Procura alcuni tecnici di Spea che, in quella circostanza, dichiararono un fatto abbastanza grave che ha poi portato agli approfondimenti della Procura: secondo quanto dichiarato dal personale di Spea, dopo che venivano effettuate le riunioni con il supervisore, Maurizio Ceneri (già indagato nell'inchiesta sul Ponte Morandi e su questa bis), diverse volte i report sulle infrastrutture sarebbero stati cambiati. Sicuramente nei prossimi giorni o, al massimo, nelle prossime settimane, si potranno conoscere ulteriori particolari sulla nuova inchiesta che vede salire quindi a 5 i ponti che non sarebbero sicuri.