Sembra finito nel modo più tragico il tentativo di risalita invernale del temutissimo sperone Mummery, tra i 5.100 e i 7.000 metri del Nanga Parbat (montagna del Pakistan, 8.125 metri di altezza), da parte di Daniele Nardi, di Latina, e del collega ed amico Tom Ballard, inglese. La speranza è sempre l'ultima a morire, ma ormai sembra essere davvero al minimo.
Da notare che Ballard è figlio della fuoriclasse dell'alpinismo Alison Heardgraves, donna che a sua volta morì durante una scalata. Dei due l'inglese era il meno esperto. Il 4 marzo la fidanzata di Ballard, Stefania Pederiva, aveva dichiarato di avere ormai perso ogni speranza.
Nessun contatto coi due alpinisti
La preoccupazione per la loro sorte era ai massimi livelli da alcuni giorni: la mancanza di qualsiasi segnale dal gps e dai cellulari satellitari non era certamente da interpretare positivamente. Alcuni noti esperti, tra cui Rainhold Messner (che proprio sul Nanga Parbat aveva perso il fratello Gunther nel 1970), non avevano nascosto un certo pessimismo per la sorte dei due atleti, pur riconoscendo il loro valore, che tuttavia non sempre basta per contrastare la forza della natura. Questo pessimismo è andato aumentando col passare delle ore.
L'alpinista basco Alex Txikon, che era impegnato nella scalata del K2, già il 2 marzo era pronto a raggiungere il Nanga Parbat in compagnia di tre compagni e soprattutto portando con sé tre utilissimi droni da impiegare nelle ricerche di Nardi e Hubbard per effettuare delle fondamentali attività di ricognizione.
Txikon ha ricevuto i ringraziamenti per la sua disponibilità da parte dell'ambasciatore italiano in Pakistan Stefano Pontecorvo ed ha poi partecipato alle attività di ricerca del 4 marzo, insieme all'alpinista pakistano Ramat Ullah Baig, ma il 6 marzo sembra aver rinunciato all'impresa, dopo aver monitorato senza esito anche la via Kinshofer (percorso parallelo dello Sperone Mummery) con quattro compagni, tra cui il medico Joseph Sanchisal.
Txikon è quindi tornato sul K2 e gli effetti personali recuperati, appartenenti a Ballard e Nardi, sono stati portati a Islamabad.
Nanga Parbat, la 'Montagna assassina'
La tenda di Nardi e Hubbard era stata individuata nei giorni scorsi, in una zona con chiari segni di valanga, da un elicottero impegnato nelle ricerche. In precedenza il velivolo non era potuto decollare a causa delle crescenti tensioni tra India e Pakistan.
e a complicare i soccorsi c'è stato anche il maltempo.
Il Nanga Parbat è soprannominato "Montagna assassina", o "Montagna mangiauomini", per la sua speciale pericolosità, ma neanche questa sinistra fama aveva fermato la coppia Nardi-Ballard, evidentemente intenzionati ad andare oltre ogni limite, per mettere alla prova le loro capacità.
Chi è Daniele Nardi
Primo alpinista italiano "sotto il Po" ad avere scalato l'Everest e il K2, cioè le due montagne più alte del pianeta, Nardi ha 42 anni. Al suo attivo ha anche la scalata del Broad Peak (8.047 metri), lo Schisha Pangma (8.027) e il Bhagirathi.
Nel 2013 ha vinto il Premio "Coni Lazio" per "aver portato il Lazio in vetta al mondo". Vive a Sezze (Latina).
È giunto al quinto tentativo di scalata del famigerato Sperone Mummery, un'impresa sportiva assolutamente estrema, con un livello di difficoltà non misurabile secondo gli esperti. Una sfida praticamente impossibile, finita forse male, ma senza sminuire il valore sportivo del loro tentativo.
Se l'importanza di una montagna si deve misurare dal coraggio di chi decide di provare a scalarla, il coraggio di questi due alpinisti, vista la difficoltà, deve essere stato davvero tanto.