Sono anni ormai che proseguono le indagini per venire a capo del delicato caso riguardante Stefano Cucchi, il ragazzo morto in carcere in seguito ai presunti ripetuti e violenti pestaggi da parte di alcuni carabinieri. In questi giorni, tuttavia, ci sono state delle svolte nel caso. Il comandante dei carabinieri Giovanni Nistri, infatti, ha inoltrato ad Ilaria Cucchi, sorella della vittima, una lettera all'interno della quale ha chiarito il suo punto di vista e quello di tutta l'Arma. Il comandante si è mostrato affranto e indignato da tutto quello che è accaduto ed ha manifestato la volontà di costituirsi parte civile nel processo a carico dei carabinieri accusati di pestaggio qualora dovesse verificarsi questa necessità.

Svolta nel caso Cucchi: la famiglia della vittima rende nota una lettera del comandante dell’Arma

I tre carabinieri imputati sono stati sospesi dall'esercizio della loro attività. Molto presto si verrà a capo della vicenda e si scoprirà quali saranno gli ulteriori provvedimenti adoperati nei loro confronti. Nel corso della giornata odierna è atteso al Processo il carabiniere Francesco Tedesco. Costui sarebbe la persona che ha confessato i presunti pestaggi ai danni di Stefano Cucchi. L'uomo ha confessato di aver assistito a tali atti di violenza compiuti da alcuni suoi colleghi. In attesa di conoscere il responso di tale interrogatorio, la famiglia di Stefano ha deciso di rendere nota una lettera, ricevuta dal comandante dei carabinieri Giovanni Nistri.

All'interno di tale missiva è esposto un mutamento di atteggiamento da parte dell'Arma nei riguardi della famiglia Cucchi e di tutti i carabinieri coinvolti in questa indecorosa vicenda.

L’Arma ha intenzione di costituirsi parte civile nel processo contro i tre carabinieri

La lettera in questione è stata indirizzata a Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano che dal 2009 si sta battendo per rendere giustizia alla povera vittima.

Il comandante dei carabinieri Nistri ha voluto palesare la vicinanza sua e di tutta l’Arma in generale, nei confronti della famiglia Cucchi. Nistri ha spiegato di comprendere la voglia di concludere questo percorso così doloroso facendo giustizia.

Ad ogni modo, l'aspetto che il comandante ha voluto evidenziare maggiormente riguarda la volontà di dissociarsi completamente dal comportamento dei carabinieri imputati.

Nistri si è scusato a nome loro e a nome di tutta l'Arma: "Soffriamo nel pensare che la nostra uniforme sia indossata da chi commette atti con essa inconciliabili". Proprio per questo motivo, il comandante ha palesato la volontà di costituirsi parte civile nel processo contro i carabinieri imputati, nel caso in cui si dovesse presentare la necessità.