I vigili urbani avevano notato uno strano andirivieni da un appartamento situato al primo piano in quel capannone di periferia a Borgo San Lorenzo. Dopo giorni di appostamenti, mercoledì scorso gli agenti hanno fatto irruzione in quei locali – due stanze con cucina – dove hanno scoperto quello che sembrava a tutti gli effetti un asilo abusivo. Ma non basta: sebbene la struttura a prima vista apparisse moderna e ben tenuta, la condizioni igieniche non erano delle migliori. In particolare alcuni materassi avevano sopra escrementi di topo; inoltre sono state ritrovate alcune confezioni di cibo avariato.

I bambini presenti erano tutti figli di italiani, così come l’unica adulta che li accudiva, una donna che abita in zona. Naturalmente ne è stata disposta la chiusura immediata, come ha annunciato il sindaco della cittadina del Mugello, Paolo Omoboni.

Si teme che l’asilo sia stato creato per ospitare i figli di alcuni ‘no vax’

Due dei piccoli ospiti avevano meno di tre anni, mentre gli altri quattro erano un po’ più grandi. Il primo cittadino di Borgo San Lorenzo ha spiegato che gli inquirenti temono che si tratti di una struttura abusiva ideata per ospitare i figli di genitori “no vax”. Infatti l’asilo non aveva verificato, prima di accoglierli, se i bambini fossero vaccinati o meno. In seguito si è scoperto anche che i minori presenti non erano in regola con la recente legge sugli obblighi di vaccinazione.

Nessun reato è stato rilevato ad oggi, solo delle gravi irregolarità amministrative: tuttavia le indagini non sono ancora concluse. Dal Comune fanno notare come in zona ci siano molte scuole materne ed asili nido, pubblici e privati, tutti di elevati standard qualitativi.

La difesa di una mamma ‘no vax’

Però le mamme dei piccoli trovati in quell’appartamento continuano a negare che si tratti di una struttura improvvisata creata per i bimbi non vaccinati ed, anzi, minacciano cause legali.

Una di loro, fervente militante “no vax”, ha assicurato che in quell’edificio si praticava un corso di yoga, corredato da giochi vari, della durata di quattro ore per tre mattine alla settimana. In più ha specificato che i figli non rimanevano sempre lì, né si fermavano a mangiare o a fare il pisolino in quei locali, che quindi non si sarebbero dovuti considerare un asilo.

La donna ritrovata ad accudirli sarebbe una “imprenditrice” che ha preso l’appartamento in locazione e che rilasciava una regolare ricevuta per i servizi erogati.

Tuttavia la legge prevede dei permessi speciali per ospitare i bambini al di sotto dei tre anni: la mamma – intervistata dall’edizione fiorentina del Corriere della Sera – si è giustificata dicendo che comunque c’erano sempre dei genitori presenti, tranne, per una fortuita coincidenza, proprio nel momento dell’arrivo dei vigili, capitato durante un cambio di turno. La donna ha contestato pure le osservazioni dei pubblici ufficiali sulla sporcizia della struttura: per lei quell’ambiente è bellissimo e poco importa del cibo scaduto ritrovato, visto che i piccoli non pranzano in quel luogo.

E gli escrementi di topo? Per quelli era già intervenuta una società che si occupa di derattizzazione, in seguito ad un problema riscontrato in un ripostiglio. A tutte queste affermazioni il sindaco Omoboni ha ribattuto con durezza, chiedendosi come facciano dei genitori a portare i propri piccoli in un posto simile, del tutto privo dei requisiti che un asilo dovrebbe avere.