Forse siamo ad una svolta decisiva nelle ricerche di Samira Sbiaa, la donna marocchina sposata con l’italiano Salvatore Caruso, di cui non si sa più nulla dal 2002. Le nuove ricerche nel palazzo in cui il marito viveva a Settimo Torinese, in via Petrarca 12, sembrano finalmente aver dato buoni frutti. Già a marzo i carabinieri di Chivasso, con gli uomini della scientifica ed alcune unità cinofile specializzate, arrivate da Bologna, avevano setacciato il complesso, ormai quasi diroccato, in cui abitava da anni il 68enne, indagato dalla procura di Ivrea per omicidio.

Non era stato facile muoversi in quegli ambienti in cui l’uomo aveva accumulato un numero spropositato di vecchi oggetti, ma ad un certo punto i cani molecolari sembravano aver fiutato una traccia, in un box dell’edificio; purtroppo però le successive perlustrazioni non avevano dato nessun esito positivo. Da lunedì gli inquirenti sono tornati negli stessi luoghi, non prima di aver offerto a Caruso la possibilità di trasferirsi in un’altra sistemazione, in modo da poter agire indisturbati. Gran parte dei materiali stipati nel palazzo sono stati sgomberati, per facilitare il lavoro di tutti.

Le ossa ritrovate nel cortile

Proprio nel cortile del palazzo, Aska e Simba – i due cani molecolari impiegati nelle perlustrazioni – hanno fiutato qualcosa martedì mattina.

Si è allora deciso di impiegare un’escavatrice per sondare il terreno. Le ricerche hanno portato a scoprire dei frammenti di ossa apparentemente umane, una testa di femore e delle piccole parti di uno sterno. Inoltre è stata dissotterrata anche una scarpa femminile. Ad un primo esame sommario i reperti sarebbero compatibili con una morte avvenuta all’incirca 17 anni fa.

Ma gli inquirenti mantengono la massima prudenza, come ha sottolineato il procuratore capo di Ivrea Giuseppe Ferrando, arrivato sul posto. Nelle prossime ore si continuerà a scavare, mentre i resti ritrovati saranno analizzati in laboratorio ad Orbassano. Si cercherà di estrarne campioni di dna per un esame comparato con quello dei familiari di Samira.

Nelle nuove operazioni è stato impiegato anche un Georadar, apparecchiatura sofisticata che in passato è stata utilizzata in altre importanti indagini, come ad esempio quella sul delitto di Yara Gambirasio.

La difesa del marito: ‘Sono stato bidonato da Samira’

Salvatore Caruso ha sempre negato di aver ucciso la sua sposa, accusandola invece di essersene scappata in Marocco dopo averlo derubato. "Sono stato bidonato da tutti, compresa Samira", sono state nei giorni scorsi le sue parole, rivolte a chiunque gli domandasse della misteriosa scomparsa, ribadendo di non volerne sapere più nulla di quella donna che ormai da anni non considera più sua moglie. Eppure i familiari della marocchina, che in tutti questi anni non hanno smesso di cercarla, sono convinti che l’uomo non dica la verità.