È un vero e proprio giallo la scomparsa di Pio Mainetti, il runner 63enne disperso dal 14 maggio scorso. L'uomo, ha fatto perdere le sue tracce durante una sessione di allenamento nei boschi di Perledo, piccolo comune della Val d'Esino, in provincia di Lecco). Le ricerche, rese difficile dal maltempo, stanno impegnando oltre un centinaio di soccorritori e sono riprese queste mattina.

La scomparsa

Pio Mainetti, skyrunner esperto molto conosciuto nell’ambiente sportivo della corsa in montagna, è uscito di casa al mattino presto per una corsa. Non vedendolo rientrare, nel primo pomeriggio, i familiari dopo aver provato a rintracciarlo, hanno dato l'allarme e, subito, si è messa in moto la macchina dei soccorsi.

Carabinieri, vigili del fuoco, tecnici del Soccorso Alpino e del nucleo Speleologico della Stazione Valsassina e Valvarrone, elicotteri, unità cinofile e semplici volontari hanno battuto in lungo e largo, per giorni, i sentieri che lo sportivo era solito percorrere.

Le operazioni di soccorso, però, si sono rivelate particolarmente complicate: non solo per l'ambiente impervio e per le pessime condizioni metereologiche dei giorni scorsi, ma anche per il fatto che Pio, corridore allenato, potrebbe aver percorso km e km tra boschi, prati, pendii, torrenti.

Le ricerche riprendono

In questi 12 giorni di ricerche non si sono trovate tracce di Pio Mainetti e le speranze di ritrovarlo vivo sono ridotte al lumicino: il timore è che l'uomo possa essersi sentito male o, in seguito ad un incidente, possa esser precipitato in uno dei tanti dirupi che costeggiano il sentiero che da passo Agueglio conduce fino al monte San Defendente.

Dall'alba di questa mattina - domenica 26 maggio - nei pressi del centro sportivo di Perlasco è stato allestito il CCR, Centro comando ricerche ed una task force composta da più di cento soccorritori sarà nuovamente impegnata nella ricerche. Le operazioni si concentreranno nei territori tra San Defendente e Comasira (tra i 500 e i 1500 metri di quota).

Come è noto, le ricerche in ambiente montano sono coordinate dal Cnsas e, in questo caso, prevedono anche l’impiego di una decina di Cor (coordinatori di ricerca) e di Ter (tecnici di ricerca), specificamente formati e con alle spalle una lunga esperienza acquisita sul campo.. Quindi oltre ai 40 tecnici della XIX Delegazione Lariana del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico, saranno operativi anche 16 esperti della VI Delegazione Orobica , uomini del Sagf - il Soccorso alpino Guardia di finanza, dei Vigili del fuoco, del gruppo ANA di Lecco (con diversi cinofili) e numerosi volontari della Croce Rossa.

A fine giornata è previsto un vertice per fare il punto della situazione e per decidere come procedere.