Il Ponte Morandi di Genova adesso non c'è veramente più. Questa mattina infatti è arrivata la tanto attesa demolizione dell'infrastruttura crollata parzialmente il 14 agosto scorso: il dramma, in quell'occasione, provocò circa 42 vittime, tra cui anche dei bambini. L'ipotesi più battuta dagli investigatori per il crollo è quella che uno dei cavi d'acciaio che sostenevano la struttura sospesa abbia improvvisamente ceduto, facendo collassare buona parte del ponte sul torrente Polcevera.

Questa mattina alle 9:37, con 40 minuti di ritardo sulla tabella di marcia, il ponte è stato fatto crollare.

Si è trattato di una demolizione controllata. Proprio mentre si stava per abbattere l'infrastruttura, ovvero le pile 10 e 11, quelle restate in piedi, si è sparsa la notizia, poi rivelatasi infondata, che in uno degli appartamenti vicino al ponte ci fosse un anziano. Dopo aver constatato che si trattava di un falso allarme, il Morandi è stato fatto implodere.

La grande nuvola di polvere

Sul quartiere intorno al Morandi si è immediatamente sollevata una densa coltre di polvere e detriti. Il ponte, come si può vedere anche dalle immagini riprese in diretta dai vari media nazionali, è collassato su se stesse in circa 6 secondi. L'implosione è stata coordinata da Danilo Coppe, esperto appunto in implosioni controllate.

Il boato è stato fortissimo. Intorno alla zona del ponte sono state sfollate 3.500 persone, e sono state usate ben 1.000 cariche esplosive, piazzate soprattutto nei piloni e nel resto dell'infrastruttura. Dopo 11 lunghi mesi quindi la città di Genova sente davvero l'aria di ricostruzione, anche se la tragedia che ha dovuto vivere questa città è stata davvero immensa.

Si può ripartire

Adesso può partire davvero la ricostruzione di tutto il ponte, in maniera ovviamente diversa da quella precedente. Per questo ci sono al vaglio diversi progetti. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera in un appartamento vicino alla zona di demolizione sarebbero stati trovati due richiedenti asilo che stavano guardando la tv, i quali hanno dichiarato che non sapevano nulla della demolizione del ponte.

Quando si esegue una operazione del genere infatti si devono prendere tutte le misure di sicurezza necessaria, e nessuno deve sostare in prossimità della zona di implosione.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della regione Liguria, Giovanni Toti, il quale ha dichiarato che questa è una giornata storica per la città. "Un'altra promessa mantenuta" - afferma Toti - "Genova entra nel suo futuro" - conclude il numero uno della regione. Prima che il ponte crollasse del tutto sono state fatte suonare le sirene, le quali hanno avvertito la popolazione locale che ormai l'infrastruttura stava per crollare. Poi il boato, la nube che si dissolve e il Morandi che adesso non c'è davvero più.