Cinici e spietati. Età compresa tra i 19 e i 22 anni, i sei giovanissimi componenti della banda di Modena specializzata in colpi nelle discoteche con spray urticante, arrestati dopo una lunga e complicata indagine condotta dal Nucleo InvestIgativo dei carabinieri e dalla procura di Ancona, si apprestavano a fare il 'salto di qualità' nella precoce carriera criminale: intendevano passare alle rapine con pistole.
Usavano lo spray al peperoncino per seminare il panico in locali affollati, agire indisturbati per rubare orologi, collanine, braccialetti.
Un bottino con cui pagarsi droga, beni di lusso, svaghi, vacanze. E infatti stavano per partire per Ibiza e la Sardegna. La notte tra il sette e l'otto dicembre del 2018, alla 'Lanterna azzurra' di Corinaldo, in provincia di Ancona, mentre centinaia di ragazzi assiepati in uno spazio insufficiente aspettavano il concerto del trapper Sfera Ebbasta, spruzzarono un'intera bomboletta di spray urticante provocando una strage. Il l fuggi fuggi verso l'uscita di sicurezza causò il crollo di una balaustra di sostegno all'esterno del locale e in tanti rimasero schiacciati: morirono in sei, una mamma e cinque adolescenti, e in 120 rimasero feriti. Da allora, la banda ha continuato raid e razzie fino a venerdì scorso quando sono stati portati in carcere, insieme a un ricettatore, Andrea Balugani, 65 anni, l'unico adulto della banda.
Intercettazioni choc, 'soldi e adrenalina'
"Se non era per i morti alla Lanterna Azzurra, lo avrei fatto", la frase è di Ugo Di Puorto, 19 anni, il figlio di un affiliato al clan dei Casalesi, componente della banda con record assoluto dei furti, 40, alcuni da accertare. Di Puorto di ritorno da Corinaldo dopo aver strappato sei catenine, proprio la notte dell'8 dicembre si imbatte in un autogrill in Sfera Ebbasta, l'attesa star della tragica serata: vorrebbe strappargli la collana d'oro, ma evita.
Lo racconta lui stesso in una telefonata a maggio, una delle centinaia di intercettazioni telefoniche e ambientali, registrate dai carabinieri del Reparto operativo di Ancona. Il Dna sulla bomboletta persa dalla banda e trovata dopo la strage di Corinaldo ha rivelato che le tracce di sudore sono sue.
Con Raffaele Mormone, Badr Amouyah, Andrea Cavallari, Moez Akari e Souaid HaddadaIl, è accusato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti con strappo e rapina, di omicidio preterintenzionale e lesioni personali.
Il settimo componente della banda, Eros Amoruso, è morto lo scorso 25 aprile in un incidente stradale. "Ha pagato il karma di Corinaldo", commentano in altre intercettazioni i suoi amici, ora in custodia cautelare in carcere. Dopo la notte alla Lanterna Azzurra, per 'soldi e adrenalina', non hanno certo desistito: la banda del centro Italia, spruzzava peperoncino anche due, tre volte a settimana, come le intercettazioni rivelano, ricavando fino a 15 mila euro al mese grazie alla vendita di circa 500 grammi d'oro al ricettattore titolare di un 'Compro oro'.
Nell'ordinanza del gip di Ancona, Carlo Cimini, si parla di 77 colpi commessi tra l'ottobre 2018 e e il giugno 2019 in nove regioni in base a una sorta di spartizione territoriale con altre 'bande del gas', tra feroce concorrenza, specie con quella dei 'genovesi', e 'rispetto' secondo una logica dei clan criminali.
Una guerra quotidiana per rubare più 'etti', come nel loro gergo viene definito l'oro. Arroganza, vanità, brutalità: con una mazza da baseball avevano preso a bastonate, Paolo Attili, l'uomo di 50 anni che gli aveva fatto d'autista nelle 'trasferte', che prima di fuggire all'estero li ha denunciati. In una delle ultime serate con strappo, il 25 luglio a Porto San Giorgio, invece di usare la bomboletta, avevano la pistola elettrica, il taser, scoperta dai carabinieri nell'auto di una complice dopo un banale controllo. Akari e Cavallari, lo scorso sei luglio, sono stati processati e rilasciati per il furto di collane a Disneyland Parigi.
Ripartizione dei ruoli
Due gruppi distinti, ma coordinati e integrati, componevano la gang che aveva due capi, Di Puorto e Cavallari.
Tutti disoccupati, in passato hanno svolto lavori saltuari o di copertura. A ognuno un ruolo che però poteva variare: Raffaele sceglieva locali e vittime, Ugo spruzzava lo spray, Andrea e Moez strappavano catenine, bracciali e orologi, e si dileguavano con il bottino.
Cavallari era stato denunciato dal patrigno dopo aver rubato 1000 euro nel suo negozio e in casa oro di famiglia. Nel corso di una perquisizione in casa, gli inquirenti hanno trovano un taser. Lui, infatti, è quello che nelle intercettazioni sollecitava gli altri per armarsi: "Mi ero ingrippato che volevo prendere la pistola, la pistola è bella". Nella vicenda di Corinaldo, ci sono altri 17 indagati per il concerto nella discoteca classificata come magazzino agricolo.