Giovanna Parlante è una donna pugliese, precisamente di Foggia e ieri sera ha raccontato la sua assurda storia su Rai 3, al programma "Prima dell'Alba" condotto da Salvo Sottile. Nella puntata di ieri si è parlato soprattutto di mafia foggiana, e ci sono state le interviste anche ai procuratori della Dda (Direzione distrettuale antimafia) Giuseppe Volpe e Giuseppe Gatti. Oltre a loro i giornalisti hanno intervistato proprio la donna, che è stata vittima della criminalità organizzata locale. La stessa è infatti titolare della "Pizzeria Mia", sita nel capoluogo di provincia dauno.

La signora ha dichiarato che i mafiosi fingono di esseri amici, ma poi, se non si eseguono le loro richieste, piazzano le bombe sotto gli esercizi commerciali oppure incendiano le macchine.

Volevano che vendesse una mozzarella scadente

La goccia che ha fatto traboccare il vaso, e che poi ha portato la donna a denunciare i suoi aguzzini, è stata quando i criminali gli hanno imposto di vendere una mozzarella scadente, che, a detta della titolare della pizzeria, sembrava di plastica. Giovanna ha riferito che tutto è cominciato con una serie di rapine a danno della sua attività: in quel caso poi i mafiosi l'avrebbero costretta a trovare un compromesso. Temendo per la sua incolumità e per quella di suo figlio, la donna ha acconsentito ad alcuni di questi favori.

Ad esempio tali soggetti si presentavano nella sua pizzeria e pretendevano di non pagare il conto. In questo modo la situazione pareva essersi calmata, tanto che la signora Parlante sospese la sua polizza assicurativa. Quando Giovanna ha detto di no alla vendita della mozzarella scadente, sono cominciati però una serie di brutti episodi: prima i criminali l'hanno minacciata, poi il 31 marzo scorso gli è stata piazzata una bomba sotto al suo locale.

La deflagrazione in quel caso provocò ingenti danni al locale. Nonostante la mancanza dell'assicurazione, la signora, anche con l'aiuto dei parenti, riaprì la pizzeria dopo tre giorni. La donna volle quindi brindare con famigliari e clienti, e quella sera stessa si sarebbero presentati anche gli autori del misfatto. "Me lo avete fatto bene il servizio" - avrebbe detto in quel caso Giovanna.

I procuratori antimafia: 'Qui ci sono tre mafie'

Come già detto in apertura, la trasmissione televisiva ha intervistato i due procuratori antimafia di Foggia, Giuseppe Volpe e Giuseppe Gatti. I magistrati hanno informato che nel foggiano ci sono tre tipi di mafie, le quali ricoprono altrettante zone della provincia: esiste infatti la criminalità organizzata garganica, quella che opera sull'asse Foggia - San Severo e la mafia del Tavoliere. Solitamente c'è tantissima omertà, anche se ci sono alcune testimonianze e denunce di gente che subisce le intimidazioni dei mafiosi, come ad esempio la stessa Giovanna Parlante e Antonio Niro. Quest'uomo, secondo quanto riferisce la testata giornalistica locale online, L'immediato, era stato scelto dalla mafia proprio per eliminare Gatti.

La sua storia ha fatto più volte il giro dei media locali e non solo. L'uomo ha dichiarato che entrò nel giro della criminalità organizzata in un momento di debolezza, e quando si trovò davanti il magistrato vide un giovane pieno di vita e lo lasciò andare. Niro, per questo, è sfuggito fortunatamente a due agguati: la mafia ha infatti tentato di ucciderlo. La denuncia di Giovanna ha invece portato all'arresto Luciano Cupo. Per tutta risposta, in quell'occasione, subito dopo che la donna si è rivolta alla polizia, i mafiosi hanno fatto saltare la macchina e incendiato la porta della sua abitazione, e per questo le Forze dell'Ordine gli affidarono una scorta per otto mesi.