Continuano spedite le indagini della Squadra Mobile di Brindisi intorno all'omicidio del giovanissimo Gianpiero Carvone, un ragazzo di soli 19 anni che venne ammazzato da un colpo d'arma da fuoco alla testa nella notte tra il 9 e il 10 dicembre scorsi al rione Perrino. Gli agenti, coordinati dal vice questore Rita Sverdigliozzi, stanno cercando di dare un volto e un nome all'assassino del giovane.
Sono al momento tre le persone indagate per reati minori e non per omicidio: si tratta di Alessandro e Giuseppe Sergio (zio e nipote) e del 28enne Stefano Colucello.
Su di loro pendono le accuse di detenzione e porto illegale di arma comune da sparo e di tentata estorsione pluriaggravata nei confronti del padre del 19enne. Proprio Sergio ieri mattina, martedì 17 dicembre, è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in quanto è ritenuto responsabile insieme al 20enne Giuseppe Sergio dell'esplosione di alcuni colpi di fucile in una piazzetta del quartiere poche ore prima dell'omicidio di Carvone. I colpi sarebbero stati indirizzati ad alcuni amici della vittima.
Colucello era libero
Fino a ieri Stefano Colucello era soltanto indagato a piede libero, mentre adesso la sua posizione si aggrava. Per ora non sono state formulate altre accuse nei suoi confronti, ma lo stesso vice questore fa sapere che le indagini sono arrivate a un buon punto.
"È morta una persone ed è come se non fosse successo niente. Siamo a questi livelli" - commenta esterrefatta la Sverdigliozzi, sottolineando la mancanza di collaborazione da parte di tutti gli indagati. Gli inquirenti sono riusciti a raccogliere gli elementi del caso mettendo insieme un puzzle molto difficile. Il cerchio comunque pare si stia stringendo sempre di più, e non è escluso che nelle prossime ore, o al massimo nelle prossime settimane, si potranno conoscere ulteriori dettagli su questa brutta vicenda che ha segnato profondamente la città di Brindisi.
Il delitto
La notte tra il 9 e il 10 settembre scorsi sembrava una serata come tante altre al rione Perrino. Poco dopo l'una della notte la tranquillità del quartiere venne rotta da alcuni colpi di pistola provenienti dalla strada, precisamente da via Tevere. All'improvviso si udirono le urla disperate del papà di Gianpiero, che una volta affacciatosi alla finestra vide suo figlio riverso per terra in una pozza di sangue.
Del killer neanche l'ombra: sempre secondo la ricostruzione operata dagli investigatori chi ha sparato, ha colpito alle spalle Carvone, fuggendo poi per uno stretto passaggio che si trova tra i palazzi popolari del Perrino.
Immediatamente furono chiamati i soccorsi, ma il 19enne morì poco dopo il suo arrivo all'ospedale Antonio Perrino. I sanitari hanno fatto davvero di tutto per potergli salvare la vita. Il motivo del delitto risiederebbe in un furto d'auto che Gianpiero Carvone avrebbe effettuato ai danni di Stefano Colucello nelle ore precedenti al delitto: la macchina fu ritrovata danneggiata e proprio da qui scaturì la richiesta estorsiva nei confronti del papà del 19enne.