Facebook ha deciso di fare ricorso contro Casapound. Il social network ha annunciato battaglia contro il Tribunale di Roma che lo scorso 12 dicembre aveva imposto la riapertura della pagina ufficiale del movimento di estrema destra. Una decisione che è stata data proprio dal portavoce della piattaforma.

Secondo Facebook, Casapound avrebbe più volte violato le regole riguardanti la policy sulle persone e le organizzazioni. Davide Di Stefano, uno degli amministratori dell'account del 'movimento', ha replicato sostenendo di non fare "odio organizzato" e che spetta allo Stato italiano giudicare l'illegalità del sito.

Facebook contro l'ordinanza

Facebook ha però deciso di fare ricorso contro l'ordinanza del Tribunale di Roma per la questione Casapound. Nella decisione dei giudici, risalente al 12 dicembre 2019, il social network aveva l'obbligo di riattivare la pagina appartenente al movimento di estrema destra, dopo averla precedentemente oscurata.

Un provvedimento che aveva scatenato l'indignazione di molti utenti. Oggi, in modo ufficiale, è proprio il canale online a scendere in campo. A spiegare la motivazione di tale gesto, è il portavoce di Facebook che accusa l'organizzazione estremista di essersi impegnata nella diffusione di "odio organizzato".

Il social avrebbe raccolto diverse prove riguardanti le ripetute violazioni commesse dalla pagina di Casapound.

Motivo per cui, a prescindere da chi si tratti, la piattaforma non è disposta a dare visibilità a coloro che "diffondono odio o attaccano gli altri sulla base di chi sono".

Dunque, il comportamento del movimento non avrebbe rispettato le regole della policy del social network. In base a esse, esiste il divieto di avere un account per le persone e le organizzazioni ritenute troppo pericolose.

Si tratta di norme che i partiti e i vari movimenti politici devono rispettare a prescindere dalla loro ideologia.

La replica di Davide Di Stefano

Era il 9 settembre, quando Facebook aveva provveduto a disattivare la pagina ufficiale di Casapound. Contemporaneamente, anche l'account dell'amministratore Davide Di Stefano era stato oscurato, in quanto giudicato irrispettoso delle regole al pari del movimento stesso.

Proprio Di Stefano è stato il primo a voler replicare alla decisione del social network. In particolare, l'uomo ha affermato che "I reclami di Facebook sembrano scritti da un militante dei centri sociali". Inoltre, ha aggiunto che non spetta alla piattaforma stabilire quale account può essere visibile e quale oscurare.

Secondo l'amministratore, la scelta spetterebbe solo allo Stato italiano. Mentre si attende la prossima decisione del tribunale, in molti sui vari social network hanno elogiato la coraggiosa scelta della piattaforma di Zuckerberg.