Sono ormai decine di migliaia le condivisioni raggiunte da un video diffuso dal responsabile del servizio di diagnostica per immagini al Nomentana Hospital Fabrizio Lucherini. Dall'isolamento a cui è costretto è stato protagonista di un lungo sfogo, in cui ha voluto contestare i metodi di diffusione dei dati relativi al Coronavirus.

A suo parare le statistiche che vengono fornite ai cittadini rappresentano una distorsione della realtà poiché non tengono conto della reale propagazione del virus. A ciò ha aggiunto che il reale problema della mancanza di tamponi nasce dalle indisponibilità della sanità determinate dai tagli del passato.

Per Lucherini le cifre sul coronavirus sono ingannevoli

Ogni pomeriggio la Protezione Civile, come di consueto, delineerà il quotidiano scenario italiano relativo ai numeri del coronavirus. Attenzione, però, a chi li ritiene fuorvianti. "Questi dati sono falsi". E' la convinzione di Fabrizio Lucherini che nel corso di un video diffuso su Facebook ha contestato la bontà delle cifre sulla base di un dato di fatto che riguarda anche la sua persona. A suo avviso affinché si possano trarre conclusioni adeguate relativamente alla pericolosità del coronavirus occorrerebbe che i tamponi venissero fatti a tutti. Lui, ad esempio, ha raccontato di essere in isolamento, con sintomi da probabile contagiato, ma comunque impossibilitato a subire un accertamento diagnostico benché rappresenti una professionalità impegnata in campo sanitario.

"Un rapporto tra chi guarisce - ha tuonato - e chi muore lo fai solo se hai la certezza di quanti sono i malati. Se tu non fai i tamponi a tutti, non puoi sapere chi muore e chi campa percentualmente".

Fabrizio Lucherini ha dunque assunto la propria vicenda come cartina di tornasole della situazione. "La mia storia - ha detto - di sintomatico, di medico a contatto, di me non sa nulla nessuno.

Io non rientro nei numeri e probabilmente sono un contagiato che mi auguro ce l'ha fatta. I numeri non sono questi, non vi fate abbindolare".

Lucherini contro i tagli alla sanità

L'alta mortalità italiana dipenderebbe insomma unicamente dal fatto che gli accertamenti non vengono eseguiti su larga scala. "Se tu - ha detto - fai i tamponi a tutti, puoi dire che la mortalità è del 30%.

Se li fai solo a sti cadaveri che c'hanno 39 di febbre, tosse pazzesca e c'hanno più di 80 anni e muoiono, ti vengono a raccontare cose non vere". "Se guariremo - ha evidenziato - non rientreremo nelle statistiche. Alla fine di tutta questa storia e ve lo sottoscrivo la mortalità di questo virus arriverà all'1,5%, perché non abbiamo idea di quanta gente è malata".

Lucherini ha anche portato l'esempio degli Stati che, al momento, stanno facendo registrare un indice di mortalità molto più basso. A suo avviso paesi come la Germania, la Cina e la Corea non starebbero infatti aspettando situazioni limite per provvedere al tampone. Quello che, però, sembra bloccare la sanità italiana sarebbe l'assenza di strumenti che starebbe imponendo un meccanismo selettivo nella scelta dei test per accertare eventuali positività al coronavirus.

"In questo Stato di in cui il tampone non te lo fanno, non perché manca la stecchetta che vi mettono in gola, mancano i reagenti, mancano i microscopi, il personale che li legge. Perché la Sanità è stata oggetto di tantissimi tagli".