Alla crisi provocata dall'emergenza sanitaria dal Covid-19, adesso si affianca quella a carattere economico. Nelle scorse ore, la Fipe-Confcommercio ha stimato che il lungo lockdown provocato dalla pandemia potrebbe costare molto caro a numerose attività commerciali del nostro Paese. Rischiano soprattutto le attività di ristorazione e dello svago, come bar, ristoranti e stabilimenti balneari. Molti titolari avrebbero espresso già la volontà di non riaprire più, in quanto le attuali condizioni di mercato non lo permetterebbero. A questo si deve aggiungere che gli esercizi sono rimasti chiusi quasi due mesi.

La Fipe ritiene per questo insufficienti le misure di sostegno al commercio adottate dall'Esecutivo e ravvisa che, se non si prendono dei provvedimenti urgenti, rischiano di fallire ben 50.000 imprese, andando a perdere complessivamente 300.000 posti di lavoro.

Fipe: 'La liquidità non è ancora arrivata'

L'associazione dei commercianti ritiene che quella del Governo sia una risposta soltanto parziale ai problemi dei commercianti e per giunta la liquidità promessa non è ancora a disposizione dei titolari delle attività. "La garanzia al 100% dello Stato per importi massimi di 25.000 euro è una cifra lontanissima dalle esigenze delle imprese" - così si esprime la Fipe in un comunicato inviato anche all'agenzia di stampa Ansa.

Le aziende in questo periodo hanno delle spese da affrontare e sono obbligate ad anticipare i pagamenti. Un altro problema riguarda le tasse, le quali non sono state sospese del tutto, ma c'è solo un differimento. In sostanza, queste ultime, verranno pagate una volta che l'attività si rimetterà in funzione. Una di queste è quella sui rifiuti, che molti imprenditori sono costretti comunque a pagare, nonostante in questi due mesi di chiusura si è prodotto poco o niente in materia di spazzatura.

Proposto al Governo un pacchetto di richieste

Fipe-Confcommercio ha preso quindi in mano la situazione, questo in modo da venire incontro a tutte le imprese medie e piccole dislocate sulla Penisola. Tra le proposte avanzate dall'associazione c'è l'idea di sospendere il pagamento delle tasse per tutto il periodo emergenziale, il prolungamento degli ammortizzatori sociali fino alla fine della pandemia e sgravi fiscali per chi manterrà intatti tutti i posti di lavoro all'interno delle attività.

Inoltre si richiede che venga concessa una maggiore occupazione di suolo pubblico per tutte quelle attività che, durante il periodo estivo, intendono allestire dei posti a sedere all'aperto. Ciò permetterà alle imprese di continuare a lavorare, bilanciando da una parte le misure di distanziamento sociale e la stessa sicurezza dei lavoratori. La speranza della Fipe, quindi, è quella che l'Esecutivo accolga queste richieste.