Nella giornata di Pasqua ha iniziato a circolare in rete un presunto calendario che sarebbe già stato predisposto dal governo sulle riaperture delle attività commerciali in Italia, ovviamente condiviso e discusso sui social. Anche qualche organo di stampa lo ha pubblicato prendendolo 'con le pinze', definendolo un'ipotesi che, in realtà, non ha alcuna fonte ufficiale. Altri lo hanno catalogato direttamente come 'fake'. A fare chiarezza in merito è intervenuto nella mattinata nel 13 aprile, in collegamento in diretta con Mattino 5, il viceministro dell'Economia Antonio Misiani che ha smentito l'esistenza di un calendario già predisposto, se consideriamo che la 'task force' che avrà il compito di rimettere in piedi il Paese seriamente provato dall'emergenza Coronavirus si è insediata il 10 aprile.

Misiani: 'La riapertura delle attività dovrà essere correlata al grado di rischio'

L'esponente del governo Conte è stato dunque interpellato in merito a questo presunto calendario ed ha scosso la testa. "Il calendario a cui fate riferimento circola in rete, ma non è veritiero". Nel contempo il viceministro lo ha definito anche "verosimile sotto un punto di vista: la gradualità della riapertura e della vita sociale degli italiani. Evidente - ha aggiunto - che dovremo convivere ancora a lungo con il virus e la riapertura delle attività dovrà essere correlata al grado di rischio: prima le attività economiche sociali e civili con un basso grado di rischio e, successivamente, le altre tenendo conto dei dati epidemiologici che stanno migliorando".

'L'errore più grosso sarebbe quello di favorire una seconda ondata di contagi'

Il dato che fa ben sperare, come confermato dallo stesso Misiani, è la riduzione dei posti occupati in terapia intensiva. "Si tratta - ha detto - del dato più affidabile che le misure del governo stanno funzionando e che i sacrifici imposti agli italiani stanno avendo risultati.

Ciò detto, è necessaria sempre la massima prudenza perché l'errore più grosso che si può fare è quello di favorirle una seconda ondata di contagi che sarebbe esiziale dal punto di vista sanitario, ma anche economico". Pertanto, come evidenzia Misiani "ci vuole prudenza, gradualità nelle riaperture e misure di distanziamento sociale che biosgnerà adottare ancora per parecchio tempo, abitudini che dovremo conservare finché la situazione non sarà sotto controllo.

Non c'è ancora una programmazione decisa, la task force si è insediata il 10 aprile: avremo un quadro reale nei prossimi giorni, abbiamo solo l'orizzonte temporale del 3 maggio come data termine per il lockdown completo".

Misiani su fine lockdown: 'Spero che non ci sia un ulteriore slittamento'

Fine lockdown, un miraggio per gli italiani che hanno già visto più volte slittare questa data. Su un un possibile, ulteriore slittamento a una data posteriore al 3 maggio, Misiani ovviamente conferma che in questo momento si naviga a vista. "Io spero di no (riferendosi all'ulteriore slittamento), ma bisogna vedere come andranno i dati epidemiologici e quelli dei contagi, l'andamento dell'occupazione nelle terapie intensive nelle strutture ospedaliere che è il punto chiave per capire se l'epidemia è stata riportata sotto controllo. Tutti i Paesi europei stanno prolungando le misure restrittive".