Tragedia nella mattinata di oggi 9 maggio a Tofana di Rozes, vicino Cortina d'Ampezzo, nota località sciistica del Veneto. Secondo quanto si apprende dai media locali e nazionali, una valanga ha travolto e ucciso un ragazzo di 23 anni. Con lui c'era il fratello di 27 anni, fortunatamente rimasto illeso. L'allarme è scattato quasi subito e sul posto si è recato prontamente un elicottero del Soccorso Alpino: il personale ha cominciato le ricerche del ragazzo, trovandolo poco dopo senza vita.

La dinamica dell'incidente

In queste prime ore successive al dramma si sta cercando di ricostruire quanto accaduto.

Dal quotidiano Repubblica si apprende che la vittima era originaria di Belluno. Durante la risalita della cima montuosa in questione non ci sarebbero stati problemi: tutto sarebbe accaduto in fase di discesa, non lontano dal rifugio Giussani. Il giovane sciatore pare abbia preferito fare una strada diversa da quella comunemente utilizzata per tornare a valle. Il rientro classico, infatti, viene solitamente effettuato dallo spallone, ma lui si è tenuto a destra dello Spigolo Zero, imboccando un canale che porta dietro ad una località nota come Punta Marietta. Giunto quasi a metà del percorso, la valanga si è staccata: il ragazzo ha tentato in tutti i modi di sfuggire alla massa nevosa che gli stava piombando addosso, ma non è riuscito ad evitare il peggio.

Il corpo esanime del 23enne è stato recuperato a 2.550 metri d'altezza. E sempre questa mattina si è sfiorata un'altra tragedia sulla Marmolada, dove due sciatori sono stati travolti da un'altra valanga, questa volta staccatasi vicino alla via ferrata Rocchetta, verso Punta Penia. Stavolta fortunatamente il dramma è stato scongiurato, in quanto i due sportivi sono riusciti a cavarsela e ad emergere da soli dalla neve.

Alzato il livello di allerta valanghe a grado 2

In questi ultimi giorni le autorità di pubblica sicurezza della zona hanno alzato a 2 il livello di rischio valanghe, che da basso passa così a moderato. Ciò è dovuto alla temperatura dell'aria, che man mano che ci si avvicina all'estate aumenta sempre di più. Questo rende il ghiaccio a volte instabile.

Inoltre a causa dell'emergenza sanitaria provocata dal coronavirus in questo periodo i rifugi ad alta quota sono chiusi per evitare che si creino assembramenti. Il Club Alpino Italiano Veneto precisa che è meglio non andare soli in montagna e di non sfidare mai i propri limiti. Sarebbe anche opportuno avvisare famigliari o conoscenti circa l'orario di rientro.