Colpo di scena nel caso di Emanuele Nastasi. Il 34enne originario di Pachino, comune della provincia di Siracusa, scompare in circostanze misteriose la sera del 4 gennaio 2015. Per gli inquirenti si è trattato di un caso di "lupara bianca" e, nelle scorse ore, dopo cinque anni di indagini hanno arrestato, con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere, un noto spacciatore della zona. La notizia di Cronaca Nera è stata confermata anche dalla trasmissione Rai "Chi l'ha visto?".

Emanuele Nastasi ucciso per un debito di droga

Nella mattinata di oggi, giovedì 4 giugno, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Noto, coordinati dal sostituto procuratore Gaetano Bono e dal Procuratore aggiunto della Repubblica Fabio Scavone, hanno raggiunto Raffaele "Rabbiele" Forestieri nella sua abitazione di Via Mascagni, sempre a Pachino, e lo hanno portato nella Casa di Reclusione di Noto.

L'uomo, classe 1978, è accusato, con Paolo Forestieri (morto nel marzo del 2015) dell'omicidio di Emanuele Nastasi. All'operazione, ordinata dal Gip di Siracusa Salvatore Palmieri, hanno preso parte anche gli uomini del Nucleo cinofili di Nicolosi (in provincia di Catania) e un elicottero del 12° Elinucleo di Catania. Nel corso delle perquisizioni che hanno accompagnato l'arresto, l'Arma ha provveduto al sequestro di una pistola calibro 7,65 con matricola abrasa (completata da 77 proiettili). Nelle pertinenze di proprietà di Forestieri, sono stati rinvenuti anche 16 grammi di cocaina, 900 grammi di marijuana e poco più di 1.200 euro in banconote di vario taglio.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Emanuele Nastasi, prima di sparire, era solito acquistare eroina da Paolo e Rabbiele Forestieri (quest'ultimo già noto alle forze dell'ordine per spaccio).

Il giovane, a fine dicembre 2014, avrebbe comprato, ad un prezzo concordato di 80 euro, della droga da Paolo. Tuttavia, la quantità e la qualità della sostanza erano state giudicate scarse da Nastasi che, per questo, si era rifiutato di pagare e aveva osato ribellarsi ai due spacciatori, affrontandoli a viso aperto. Probabilmente, Emanuele, è stato ucciso dopo una violenta discussione.

Ad oggi, però, il corpo del ragazzo non è stato ancora trovato.

La scomparsa di Emanuele Nastasi

Emanuele Nastasi, 34 anni da compiere, viveva con il padre a Pachino. Nonostante nell'ultimo frangente della sua vita fosse solito consumare sostanze stupefacenti, era un ragazzo tranquillo e benvoluto da tutti. Come ricostruito da "Chi l'ha visto?", la sera della sua scomparsa, domenica 4 gennaio 2015, il giovane era rientrato a casa poco prima delle 21 dopo aver trascorso tutta la giornata con gli amici, a Porto Palo, frazione di Menfi (in provincia di Agrigento).

Poco più tardi, però, nonostante non si sentisse bene, era uscito nuovamente con la sua auto, una Fiat Punto blu e si era recato in centro, dove aveva prelevato 150 euro ad uno sportello bancomat. Da allora, nessuno lo aveva più visto né sentito. Il suo cellulare, dopo essersi agganciato per l'ultima volta, intorno alle 21,30, in via Mascagni si era spento per sempre. La sua macchina, invece, era stata trovata carbonizzata in contrada Camporeale, lungo la strada che conduce a Marzamemi. Gli inquirenti, al suo interno, non vi trovarono nulla di rilevante.