Di mestiere Andrea Bocelli fa il cantante. Lo fa anche ad alto livello, se si considera che può essere considerato una star internazionale. Non fa sicuramente il medico o lo scienziato, ma la portata del suo personaggio genererà discussioni per la sua idea sul Coronavirus. Si tratta di una testimonianza quantomeno audace quella che l'artista ha fornito nel corso di un convegno sul Covid organizzato da Vittorio Sgarbi al Senato. Parole, quelle di Bocelli, che sembrano andare in controtendenza con quelle che sono le opinioni degli studiosi e le immagini che, nei mesi scorsi, hanno raccontato un dramma da oltre 35.000 vittime solo in Italia.

Coronavirus: Bocelli racconta il suo approccio ai fatti

Andrea Bocelli ha ripercorso quanto accaduto nei mesi che sono stati i più difficili per l'epidemia in Italia. "Nel momento in cui - ha ricordato - siamo entrati in lockdown ho cercato di immedesimarmi in chi doveva prendere decisioni così importanti". Dopo aver dato atto delle difficoltà di governare una situazione simile, ha iniziato a ragionare sull'accaduto. "Ho cercato di analizzare la realtà e ho visto che le cose non erano come ci venivano raccontate".

I bollettini quotidiani della Protezione Civile raccontavano delle difficoltà degli ospedali a reggere l'urto dei malati gravi, diventati fin troppi per i respiratori a disposizione del servizio sanitario.

Problema divenuto rilevante soprattutto in Lombardia. Dati che, però, stridono con l'esperienza singola di Bocelli. "Io conosco un sacco di gente e grazie a Dio non conoscevo nessuno che fosse finito in terapia intensiva".

Coronavirus: Bocelli ammette di aver violato le norme

Affermazione che, nel corso del suo intervento, diventa il presupposto per scagliarsi contro le misure restrittive a cui sono stati costretti gli italiani .

"Prendendo ogni distanza da qualunque parte politica, c'è stato un momento in cui mi sono sentito umiliato ed offeso". "Nel momento - ha proseguito - in cui mi sono sentito privare della libertà d'uscire di casa, senza aver commesso crimine alcuno".

Singolare anche l'ammissione di non aver rispettato le norme. "Devo confessare - ha ammesso - pubblicamente di aver disubbidito volontariamente a questo divieto, perché non mi sembrava giusto e salutare.

Ho una certa età ed ho bisogno che il sole trasformi la vitamina D in quello che deve diventare".

Bocelli ha, inoltre, manifestato perplessità per il modo in cui sono state gestite le vicende in relazione alla scuola. Le critiche del cantante hanno anche messo l'accento sul fatto che si siano aperte al più presto le discoteche, non riservando la stessa solerzia ad altri ambiti come l'istruzione.