Sulle colonne de Il Fatto Quotidiano Maria Rita Gismondo ha presentato il suo nuovo libro Ombre allo specchio – Bioterrorismo, infodemia e il futuro dopo la crisi, edito da La Nave di Teseo. Nell'occasione, però. la direttrice della Microbiologia del Sacco di Milano ha detto la sua su vari punti che hanno riguardato il capitolo della trattazione mediatica del tema coronavirus. Ha quindi tirato qualche frecciata ai suoi colleghi che sono apparsi spesso in tv. Quella della virologa di origine siciliana è una critica a un eccessivo presenzialismo televisivo.

A farle storcere il naso sono anche le logiche quasi commerciali che hanno regolato le partecipazioni di alcuni suoi colleghi ai vari talk show. La scienziata ha, inoltre, messo l'accento sul fatto che la pandemia sia tornata a mettere in rilievo un certo maschilismo della società.

Gismondo finita nella bufera per una dichiarazione sul coronavirus

La nota virologa, qualche mese fa, era finita nella bufera per aver presentato il coronavirus come qualcosa che fosse "poco più di un'influenza". Dichiarazione che, come lei stessa, ricorda venne condivisa dai colleghi Roberto Burioni, Fabrizio Pregliasco e dal Cnr. "La minimizzatrice - evidenzia con amarezza - sono rimasta solo io. C'era una donna da massacrare e quella hanno trovato.

Così mi sono ritirata dai media". Parole che mirano a mettere in rilievo come l'emergenza sanitaria abbia quasi messo in mostra, a suo avviso, un perdurante maschilismo. Sensazione che, nella virologa, sarebbe stato acuito dalla scelta di tavoli tecnici e scientifici dove sono stati scelti quasi sempre uomini.

Gismondo svela come ha scoperto dei cachet

A non essere di particolare gradimento di Maria Rita Gismondo è la trasformazione in personaggi televisivi di alcuni scienziati. Non a caso parla di "eccesso della presenza di virologi" che, in pochissimo tempo, sono stati definiti "delle star e delle soubrette". "Non si può - evidenzia - stare tutte le sere in tv, molte volte la stessa persona è su due reti diverse in contemporanea".

Scenari che, secondo la scienziata, configurerebbero un qualcosa di offensivo nei confronti di quella che dovrebbe essere la serietà del mondo scientifico. La presenza di virologi e medici in genere sarebbe regolata dalle stesse logiche che governano il mondo di presentatori tv e showgirl. Ci sarebbero, infatti, agenti che si preoccupano di trovare una collocazione mediatica ai loro assistiti, anche se questi sono scienziati e non personaggi dello spettacolo.

Circostanze che, come la Gismondo ammette, l'hanno spinta a lasciare la scena, in nome di una diversa concezione dell'informazione scientifica. "Il bello - puntualizza - è che questa cosa l'ho saputa casualmente, mi ha telefonato un giornalista chiedendomi chi fosse il mio agente.

E mi ha spiegato i cachet".

Secondo la virologa però anche questa pandemia è destinata a passare come sono passate tutte quelle che hanno avuto corso nella storia. "Invece - puntualizza - se il virus rimarrà tra di noi o sparirà non possiamo saperlo.

Non resta che attendere l'evoluzione dei prossimi mesi per capire in che modo si evolverà un fenomeno che ha innegabilmente messo in difficoltà l'umanità nel 2020.