Ha ammazzato la moglie strangolandola e successivamente ne ha inscenato il suicidio, ma le forze dell’ordine fin dal principio non hanno creduto al racconto dell’uomo. Il delitto è stato compiuto lo scorso 12 luglio a Giugliano, nella città metropolitana di Napoli: dopo più di un mese Gaetano De Falco, 63enne residente nella frazione di Lago Patria, è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso la moglie Romana Danielova, 55 anni. A condurre le indagini sono stati i carabinieri di Giugliano, coordinati dalla procura di Napoli Nord: nelle scorse ore l’uomo è stato accompagnato in carcere, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare.

Il 63enne aveva raccontato ai carabinieri che la moglie soffriva di squilibri mentali

Già quando il personale sanitario è arrivato sul luogo del delitto sono sorti i primi sospetti. De Falco aveva chiamato 118 e carabinieri, raccontando di essersi svegliato senza trovare la moglie nel letto: Danielova giaceva ormai priva di vita nel salotto di casa dove, secondo il 63enne, si sarebbe impiccata mentre lui dormiva, utilizzando il cordino delle tende. Inoltre, a suo dire, la coniuge già da tempo soffriva di disturbi psichici. Tuttavia gli inquirenti hanno notato delle incongruenze nella dinamica del suicidio: in particolare non si capiva come il peso della donna non avesse fatto rompere il cordino della tenda.

Inoltre sul collo della vittima erano stati riscontrati dei segni non compatibili con quanto raccontato dal marito, più simili a quelli di uno strangolamento.

Le indagini hanno dimostrato come la moglie del 63enne non si sia uccisa

Quindi, già dal primo sopralluogo, erano sorti dei sospetti sulla versione del presunto suicidio, visto che il cordino delle tende utilizzato per uccidersi non avrebbe potuto sostenere il peso del corpo della vittima.

Nel corso delle indagini si è successivamente scoperto come tra marito e moglie i rapporti fossero diventati molto tesi a causa dei frequenti litigi per ragioni economiche: in particolare si è scoperto che la 55enne era proprietaria di un centro medico, specializzato nei problemi agli occhi, sulla cui gestione erano sorti accesi dissidi con il coniuge.

Infine l’autopsia ha confermato tutti i sospetti: i segni sul collo della donna erano dovuti allo strangolamento, che sarebbe stato preceduto da una colluttazione. Quindi, una volta smontata la messinscena del suicidio, i carabinieri hanno proceduto all’arresto del 63enne, ritenuto il possibile autore del delitto.

L’aggressione a una donna, medico del 118, intervenuta per soccorrere la moglie

Si indaga sul 63enne anche relativamente a un altro grave episodio avvenuto quel giorno: l’uomo avrebbe aggredito una donna, che era tra i soccorritori del 118 intervenuti nell’abitazione, procurandole gravi problemi di salute. Infatti De Falco, che risulta indagato anche per lesioni personali gravi, avrebbe rinfacciato alla dottoressa di non avere acconsentito qualche giorno prima che la moglie fosse sottoposta a Tso, dopo che, sempre secondo il racconto del 63enne, avrebbe manifestato dei segni di squilibrio mentale.

In seguito a quel violento diverbio la donna medico è stata colpita da un infarto e ricoverata presso l'ospedale Santa Maria delle Grazie di Pozzuoli, dove ha dovuto subire un intervento di angioplastica, prima di essere dimessa, lo scorso 17 luglio.