Guido Rasi è il direttore esecutivo dell'Agenzia Europea per i Medicinali, l'Ema. In un'intervista rilasciata a Il Fatto Quotidiano ha offerto la sua visione su quella che potrebbe essere l'evoluzione relativa ad un potenziale vaccino contro Sars-Cov2. La strada sembra essere più lunga di quella che si crede. Non a caso in un passaggio dell'intervista si sottolinea come sarebbe gradita una comunicazione più asciutta nei confronti del cittadini.

Coronavirus: Ema non ha dati su sperimentazione vaccini

Rasi ha spiegato che, al momento, Ema ha messo a punto soluzioni mirate a snellire i tempi il più possibile.

Il confronto tra gli esperti ad oggi sarebbe quotidiano. Tuttavia, spiega il direttore: "La macchina è pronta, ma ci devono ancora fornire i dati sperimentali", sottolineando che "più i dati saranno robusti e più potremmo approvare velocemente". E sul vaccino pende ancora un punto interrogativo importante. "Non è scontato che arriverà, - ha proseguito - né che se ne troverà uno efficace".

Per il vaccino Ema vuole dati chiari

Rasi sottolinea come oggi la circolazione del virus può rappresentare un "vantaggio per il vaccino" tenuto conto che darà la possibilità di valutarne sul campo l'efficacia. Tra i punti interrogativi che pendono sul futuro degli scenari legati al Covid e al vaccino stesso è la questione dosi.

L'ipotesi di una vaccinazione di massa cozza con la probabilità che, almeno inizialmente, le forniture non sarebbero tali da poter essere disponibili per milioni di persone. Tuttavia, secondo Rasi basterebbe limitarsi a dividere la popolazioni per "anello" cioè "partendo dalle persone più a rischio e quindi possibili ponti di trasmissione".

L'Ema, tramite Rasi, sottolinea inoltre che l'eventuale approvazione arriverà solo se subordinata a evidenze sperimentali particolarmente convincenti. "Se - ha proseguito Rasi - i dati non sono raccolti bene non approveremo".

Chiamata a rispondere sul fatto che la Commissione Europea avrebbe annunciato le prime disponibilità per novembre, Ema è stata chara.

"No - ha evidenziato Rasi - non abbiamo ancora visto i dati di nessun vaccino". Con onestà il direttore esecutivo ammette che sarà difficile che già a novembre si potrà avere un vaccino approvato e non si lascia andare a facili entusiasmi: "È chiaro che le ditte in competizione hanno bisogno di comunicare. Ma il cittadino ha diritto a un'informazione chiara sull'arrivo del vaccino, e per ora non abbiamo certezze".