Un piccolo cranio umano è stato rinvenuto, nella giornata di ieri, domenica 4 ottobre, nei boschi tra Caino, Serle e l’altopiano di Cariadeghe, in provincia di Brescia. Non si esclude che possa appartenere a Iuschra Gazi, la 12enne di origine bengalese affetta da autismo scomparsa misteriosamente nel luglio di due anni fa. La notizia, diffusa da diverse quotidiani, è stata rilanciata anche da Chi l'ha visto. Il programma di Rai 3, fin dall'inizio, ha seguito con attenzione il controverso caso di cronaca nera.

Ritrovati resti umani nei boschi di Serle

Nella mattinata di ieri, un cacciatore impegnato in una battuta sull'altopiano di Cariadeghe (un'area alquanto impervia tra la Val Gobbia e la Valle Sabbia) si è imbattuto in un piccolo teschio umano. Subito, l'uomo ha allertato le forze dell'ordine e, nei boschi a nord di Brescia, sono immediatamente giunti i carabinieri che, dopo i rilievi del caso, hanno provveduto a informare le autorità competenti.

I resti ossei, come da protocollo, sono stati prelevati e repertati. Nei prossimi giorni verranno analizzati dal medico legale e sottoposti anche all’esame del Dna. Non si esclude che il teschio recuperato, intatto e perfettamente conservato, possa appartenere alla ragazzina.

Mdliton Gazi, il padre della bambina, a TgCom 24 ha precisato che nessuno, finora, lo ha avvisato di nulla. "Attendiamo di vedere se quelle ossa sono di Iuschra", ha dichiarato. Poi, ha aggiunto: "Spero sempre che mia figlia possa essere viva. Da papà spero sempre possa ritornare". L'uomo, che dal giorno della scomparsa ha sempre seguito le ricerche, ha anche ammesso: "Cosa è successo quel giorno non l'ho capito ancora".

La scomparsa della 12enne

Il macabro ritrovamento avvenuto nei boschi di Serle potrebbe, finalmente, dare una risposta alla famiglia della dodicenne autistica. La bimba, residente a Brescia con i genitori e i fratellini, aveva fatto perdere le sue tracce il 19 luglio 2018. Durante una gita sui monti serlesi, organizzata dalla Fondazione bresciana di assistenza a psicodisabili Fopab, la ragazzina era fuggita al controllo degli operatori ed era scomparsa nel nulla.

Per giorni e giorni forze dell'ordine, nuclei specializzati e volontari setacciarono la zona carsica alla ricerca di Iuschra, ma tutto si rivelò inutile.

Nei mesi scorsi, la vicenda giudiziaria era stato chiusa con una condanna (patteggiata) a otto mesi di reclusione. Roberta Ratti, educatrice responsabile del gruppo, sarebbe stata l'ultima persona a vedere viva la bambina e, dopo essere stata iscritta nel registro degli indagati dalla Procura di Brescia, è stata accusata di omicidio colposo. Il patteggiamento, da quanto si apprende, sarebbe stato anticipato da un maxi risarcimento accordato alla famiglia Gazi da parte dell'assicurazione della Fopab.