Che i dati sulla pandemia abbiano iniziato ad incutere una certa preoccupazione ora lo conferma anche il dottor Zangrillo. L'esperto, primario dell'unità operativa di rianimazione generale e cardio-toraco-vascolare dell'ospedale San Raffaele di Milano, è tornato a parlare di Coronavirus durante un'intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera, ritornando a far sentire la sua voce dopo settimane di fermo da dichiarazioni e ospitate televisive, fatta eccezione per un intervento in collegamento con La7 nella puntata di domenica 18 ottobre a Non è l'Arena di Massimo Giletti.

Al quesito posto sul come mai l'Italia si trovi ad avere una curva epidemiologica in costante crescita giornaliera, il medico ci tiene a precisare, quasi a giustificare la dichiarazione rilasciata il 31 maggio in cui definiva il Covid "un virus non più clinicamente esistente", di essersi sempre schierato a favore del fatto che con il coronavirus si doveva imparare a convivere. In cinque mesi, secondo quanto dichiarato dal primario, evidentemente qualcosa è andato storto proprio a causa dell'atteggiamento tenuto nella fase di convivenza. "Non ci siamo riusciti"- ha chiosato Zangrillo nell'intervista.

Covid-19, il dietro-front di Zangrillo

Nonostante il numero dei nuovi positivi a Milano aumenti di giorno in giorno, arrivando a toccare punte di 1600 contagi (1687 il dato di ieri), Zangrillo invita tutti a mantenere la calma e la lucidità poiché c'è ancora del tempo utile per agire tempestivamente e porre un freno al dilagare dei contagi.

Il professore, dunque, non si nasconde dietro ad un dito e fa dietro-front sulle affermazioni fatte nella scorsa primavera ritrattando la tesi dell'estinzione del virus pur rimanendo dell'idea, però, di non infondere preoccupazione e allarmismo nelle persone. E' vero - ha dichiarato - che oggi il virus è ritornato a mordere, per cause imputabili probabilmente anche ai negligenti comportamenti tenuti in questi mesi, nonostante a maggio fosse in evidente ritirata.

Sul come procedere Zangrillo ha idee precise sposando la tesi di buona parte degli esperti che ripongono le loro speranze nei giovani affinché tengano comportamenti responsabili, utili a proteggere le persone più a rischio, quelle portatrici di malattie pregresse quali il diabete e patologie cardiache, il cui quadro clinico in caso di contagio potrebbe compromettersi con estrema facilità.

L'appello di Zangrillo per contenere il virus

Il prorettore dell'Università Vita Salute non manca di rispondere alle domande poste sulle rinunce impartite dal governo, in questi ultimi giorni, per contenere il diffondersi del virus. "Servono a salvaguardare tutto ciò che deve rimanere attivo" - ha dichiarato Zangrillo - facendo riferimento soprattutto alla scuola e alle attività produttive ma anche agli ospedali per poter garantire la presa in carico dei malati con patologie diverse dal Covid-19. Una dichiarazione quest'ultima che lascia intravedere una certa apertura verso il virologo Massimo Galli con cui non si trova spesso sulla stessa lunghezza d'onda.

Per quanto si può vedere nel San Raffaele invece, a detta del professore, circa il 30% dei soggetti affetti da coronavirus che giungono al pronto soccorso potrebbe ricevere cura e assistenza direttamente a domicilio.

Alternativa quest'ultima, però, che potrebbe trovare fattività solo attraverso una diagnosi tempestiva dei casi da parte dei medici di famiglia. Il segreto su questo fronte, ha rivelato il professore, sarebbe proprio quello di prendersi la responsabilità di mandare in ospedale solo chi ne ha effettivamente bisogno. Da qui l'appello del direttore affinché tutti si prendano le proprie responsabilità per evitare che il problema diventi di proporzioni ancora più importanti.

Zangrillo fa il punto sulle terapie intensive e sul coprifuoco

Sul nodo terapie intensive il professore ha evidenziato come la situazione sia migliorata rispetto alla primavera. Questa pandemia, al tempo stesso, ha rivelato una triste realtà sul fronte sanitario sintetizzabile nella mancanza di infettivologi, immunologi e rianimatori.

Un dato negativo, a detta del dottore, che deve servire comunque da lezione.

Poche parole anche per quanto concerne il coprifuoco richiesto dalla Lombardia e sul quale il governo ha già dato il via libera. Zangrillo ha sottolineato come il senso civico lo obblighi ad obbedire a quanto disposto dalla regione ma, al contempo, ha rivelato di non gradire l'uso di certe terminologie di evocazione a scenari che non vorrebbe lasciare in eredità ai suoi figli.