La 'ndrangheta avrebbe negoziato l'acquisto di armi in Brasile con una delle principali organizzazioni criminali del Paese sudamericano: è quanto rivela un articolo pubblicato da Uol, uno dei principali portali di notizie brasiliano. Secondo la fonte giornalistica, l'associazione malavitosa calabrese avrebbe collegamenti con il Primeiro Comando da Capital (PCC), considerata una delle gang più spietate del Brasile, oltre che con altri gruppi terroristici in tutto il Sud America.
Il processo Rinascita-Scott a Rebibbia
La rivelazione del traffico di armi, insieme alla droga, da parte della 'ndrangheta, è tra le oltre 13.500 pagine del maxi-processo Rinascita-Scott, istruito a settembre dalla Direzione distrettuale antimafia (Dda) di Catanzaro nell'aula bunker di Rebibbia a Roma.
Nell'ambito dell'inchiesta, a dicembre 2019 le autorità italiane hanno arrestato 334 persone, tra cui politici, avvocati e funzionari pubblici. In tutto, 456 persone sono indagate nel caso per innumerevoli reati, tra i quali associazione mafiosa, omicidio, estorsione, traffico e riciclaggio di denaro.
Pochi giorni fa intanto, per uno degli imputati, l'avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli, sono stati disposti gli arresti domiciliari a Copanello, con braccialetto elettronico. A stabilirlo è stato il Tribunale del riesame di Catanzaro, che ha così accolto l'istanza presentata dai legali di Pittelli, Guido Contestabile e Salvatore Staiano. Pittelli è stato arrestato dai carabinieri il 19 dicembre 2019 ed è rimasto detenuto nel carcere di Nuoro per 10 mesi.
Secondo l'accusa, l'ex senatore è il trait d'union tra le cosche vibonesi (in particolare quella dei Mancuso) e il mondo della massoneria deviata e dei colletti bianchi. Per Pittelli è stato disposto il giudizio immediato: il processo inizierà il prossimo 9 novembre davanti al Tribunale collegiale di Vibo Valentia.
Da infiltrato a trafficante per la 'ndrangheta
Per Uol, l'acquisto delle armi in Brasile sarebbe stato organizzato dall'ex collaboratore di giustizia ed ex infiltrato del Raggruppamento operativo speciale dell'Arma dei Carabinieri (Ros), Bruno Fuduli, suicidatosi nel novembre dell'anno scorso, insieme al boss Giuseppe Antonio Accorinti e al braccio destro di quest'ultimo, Antonio Vacatello.
In una intercettazione telefonica di uno degli imputati, Gregorio Niglia, gli interessati hanno parlato di un piano per "trasportare alcuni container" nel 2016 con un numero imprecisato di armi.
A luglio, il quotidiano online calabrese LaCNews24 ha raccontato la storia da fiction di Fuduli, che prima si offrì come infiltrato per conto degli inquirenti italiani e poi, sostenendo di non aver ricevuto abbastanza "riconoscimenti" dal governo per il suo aiuto nella cattura di importanti criminali, e dicendosi tradito dallo Stato, divenne a sua volta un noto trafficante. Tra le innumerevoli accuse contro di lui c'è infatti quella di "commercio internazionale di armi da fuoco clandestine" tra l'Italia e il Sud America.
Armi in viaggio dal Goiás verso i porti italiani
In base alle informazioni di Uol, le armi sarebbero partire dallo Stato di Goiás, nel Brasile centrale, in direzione dei porti italiani. Secondo LaCNews24, erano nascoste in blocchi di marmo e seguivano il metodo già utilizzato dalla 'ndrangheta in altre operazioni smantellate dalle autorità italiane. Fuduli avrebbe avuto il compito di importare i blocchi e trasportarli su treni merci, incaricando di ciò società terze, che non erano a conoscenza dello schema di traffico internazionale, con l'obiettivo di aggirare la burocrazia doganale.