L'amministratore e alcuni commentatori di una pagina Facebook a sostegno di Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati accusati di diffamazione dalla famiglia Castagna e, presto, finiranno a processo. La strage di Erba è uno dei casi di cronaca nera più controversi dell'ultimo ventennio. Nonostante i coniugi Romano siano stati condannati in via definitiva, molte persone continuano a sostenere, con fin troppa veemenza, la loro innocenza.

Gli 'innocentisti da tastiera' a processo

Il 3 maggio 2011, la Corte Suprema di Cassazione di Roma ha confermato l'ergastolo per Olindo e Rosa.

Per la giustizia italiana, sono stati loro ad uccidere barbaramente, la sera dell'11 dicembre 2006 nel loro appartamento di Erba (Como), Raffaella Castagna, suo figlio Youssef di quattro anni, Paola Galli (la nonna materna del piccolo) e Valeria Cherubini, una vicina di casa. La ricostruzione processuale, però, ha suscitato più di un dubbio tant'è che molte persone hanno deciso di "schierarsi" dalla parte dei coniugi Romano. Tra i vari gruppi social a loro sostegno vi è la pagina Facebook chiamata "Olindo Romano e Rosa Bazzi innocenti".

L'amministratrice Paola Pagliari, una 56enne di Galbiate (Lecco), e una dozzina di commentatori, negli ultimi anni, incuranti della sentenza irrevocabile, hanno difeso a spada tratta la coppia e cercato di "aprire gli occhi" sulla verità, arrivando a denunciare il complotto e a puntare il dito contro la famiglia Castagna.

La propaganda degli "innocentisti da tastiera", ha però spinto i familiari di Raffaella a presentare un esposto. La pagina, infatti, avrebbe "offeso la reputazione di Carlo, Pietro e Giuseppe Castagna", insinuando che i fratelli Giuseppe e Pietro fossero i veri responsabili della strage, mentre il padre Carlo (deceduto nel 2018) avesse perdonato gli assassini solo "per tappare la bocca" in quanto consapevole delle colpe dei figli.

Anche Azouz Marzouk crede che i coniugi Bazzi siano innocenti

Il pubblico ministero avrebbe richiesto per l’amministratrice della pagina Facebook “Olindo Romano e Rosa Bazzi innocente” e per due dei commentatori una pena detentiva. Per gli altri dieci imputati, invece, avrebbe proposto una sanzione pecuniaria.

In attesa dell'udienza davanti al giudice monocratico di Como, in calendario per dicembre, è bene ricordare che i denunciati non sono gli unici a credere nell'innocenza dei coniugi Romano.

Anche Azouz Marzouk, marito di Raffaella e padre del piccolo Youssef, non è mai stato convinto della colpevolezza della coppia di Erba. Per questo, nei mesi scorsi il tunisino, durante una sua deposizione, aveva riacceso i riflettori sulla vicenda e lanciato una appello a fare giustizia.