Massimo Galli preoccupato dalla diffusione delle nuove varianti del Coronavirus negli ospedali. Il suo timore è che, a breve, il nostro Paese si possa trovare ad avere “problemi più seri” con il virus. Ospite di Mattino Cinque su Canale 5, nella giornata di martedì 16 febbraio, il primario del reparto di Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano ribadisce la necessità di adottare misure più severe contro la diffusione delle varianti, non escludendo neanche un lockdown duro.

Massimo Galli: ‘Avvisaglie di nuova diffusione del virus ci sono’

Il conduttore di Mattino Cinque chiede al professor Galli, collegato in diretta video, perché all’improvviso lui e altri suoi colleghi abbiano cominciato a ripetere che le misure attuali non sono sufficienti e “bisogna chiudere di più”. La replica dell’infettivologo parte dall’invito a guardare oltre il proprio naso per capire che le “avvisaglie” di una nuova diffusione del virus ci sono tutte. Per Galli bisogna guardare ad esempio a quanto sta accadendo negli altri Paesi europei alla luce della diffusione delle nuove varianti. Insomma, che “piaccia o no” a giornalisti, politici ed opinione pubblica, precisa Galli, “non ce le siamo inventate noi le varianti” che esistono e sono “maggiormente contagiose”.

Galli: ‘Non si può fare trattativa con il coronavirus’

Questo significa, prosegue nella sua analisi l’infettivologo, che la maggiore contagiosità permette alle varianti di “diffondere” il coronavirus anche in diverse situazioni che quindi “non sono da ritenersi sicure”. Galli parla di “dati di fatto”, anche se “spiacevoli”. Secondo la sua opinione non ci si può “sedere intorno ad un tavolo per fare una trattativa politica o sindacale con il virus”.

Il coronavirus, infatti, “segue le sue regole e le sue modalità di diffusione”.

Il professore prevede ‘problemi più seri’

Massimo Galli non vuole nemmeno sentire parlare del fatto che bisogna “per forza riaprire”, visti i danni economici che sta producendo la pandemia.

Logico che tutti quanti, lui compreso, vorrebbero “riaprire tutto quello che si può aprire”. Ma il problema è che, come nel caso del suo reparto ospedaliero, “io mi ritrovo ad avere di nuovo il reparto invaso da nuove varianti”. Ma questo fatto “riguarda tutta l’Italia”, precisa il primario del reparto di Malattie infettive del Sacco, secondo il quale si può “facilmente prevedere che a breve avremo problemi più seri”. Insomma, conclude il professore, “questa è la realtà attorno alla quale è inutile fare ricami”. Certo, il "rischio di esagerare" nel chiedere chiusure e limitazioni esiste. Ma sempre meglio della "probabilità di avere per l'ennesima volta ragione".