Dopo Walter Ricciardi, è il turno di Andrea Crisanti invocare pubblicamente un “lockdown duro” e immediato. Lo scopo è quello di contrastare la diffusione sul territorio nazionale della variante inglese del Coronavirus, molto più contagiosa di quella ‘originale’. Secondo il microbiologo dell’Università di Padova, intervistato dal quotidiano La Stampa, le soluzioni adottate fino ad ora, come la divisione delle Regioni italiane in colori, non hanno funzionato. Anzi, persino l’istituzione della zona rossa viene considerata insufficiente da Crisanti che chiede invece di imporre un “lockdown stile Codogno”.
Andrea Crisanti: ‘Bisognava fare il lockdown a dicembre’
Andrea Crisanti comincia la sua intervista con il quotidiano torinese bocciando senza esitazioni la possibilità di riaprire al più presto gli impianti di sci. Al momento in Italia, spiega il professore, la variante inglese del coronavirus è stata riscontrata nel 20% dei nuovi contagiati. Invece di parlare di riapertura delle piste da sci, chiosa Crisanti, sarebbe invece stato necessario fare un lockdown a dicembre, come lui stesso ha più volte suggerito. Non abbiamo prevenuto quello che sta accadendo e adesso “siamo nei guai”.
Crisanti: ‘Unica soluzione è lockdown duro subito’
L’unica soluzione per superare questa drammatica situazione, spiega Andrea Crisanti, sarebbe quella di imporre un “lockdown duro subito” allo scopo di evitare che la variante inglese diventi prevalente rispetto alle altre, con il rischio di dare vita a nuove e più pericolose varianti.
E allora, sostiene il medico, altro che zone gialle, piste da sci e ristoranti aperti. Non va bene nemmeno la zona arancione, invece “va chiuso tutto e va lanciato un programma nazionale di monitoraggio delle varianti”. Ma, come se non bastasse, Crisanti giudica insufficiente persino la zona rossa laddove vengano trovati casi di variante brasiliana e sudafricana.
A quel punto servirebbe un “lockdown stile Codogno” perché, aggiunge, “le zone rosse sono troppo morbide”.
‘Impennata importante a fine febbraio’
La previsione di Andrea Crisanti è che in Italia ci sarà una “impennata importante a fine gennaio” dei contagi da coronavirus. E, a questo proposito, fa gli esempi di Paesi come Germania, Francia e Gran Bretagna che attualmente sono in lockdown, mentre noi italiani, polemizza, “pensiamo a sciare e a mangiare fuori”.
Per uscire da questa emergenza, conclude Crisanti, l’unico modo è organizzare in modo efficace la vaccinazione di massa. Operazione che però al momento sta procedendo troppo a rilento, anche per responsabilità di alcuni presidenti di Regione.