C'è grande attesa per i risultati dell'autopsia e del test del Dna effettuati sul corpo del giovane uomo rinvenuto sabato 17 aprile nel fiume Po, nel territorio di Caselle Landi (Lodi). I dubbi che si tratti di Stefano Barilli, il 23enne scomparso l'8 febbraio scorso da Piacenza, sono minimi, ma ancora non c'è ancora nessuna conferma ufficiale. Inoltre, la mamma del ragazzo, Natascia Sbriscia, non riesce a credere che il suo ragazzo possa essersi suicidato. La donna ha spiegato che, subito dopo la scomparsa del figlio, ha contattato il gestore telefonico del cellulare di Stefano e ha così scoperto che la scheda Sim risulterebbe ancora attiva.

Del caso di Cronaca Nera, nelle scorse settimane, si è occupata con attenzione anche la trasmissione "Chi l'ha visto?", in onda ogni mercoledì sera su Rai 3.

La scheda Sim di Stefano Barilli

Addosso al corpo irriconoscibile recuperato nelle acque del fiume Po sono stati trovati i documenti di Stefano Barilli ed un biglietto d'addio firmato di suo pugno. Tuttavia, solo l'esame autoptico e le analisi del Dna potranno fornire delle risposte chiare ed inequivocabili. I punti oscuri della vicenda, tuttavia, sono ancora molti e, nonostante tutto, l'ombra della psico-setta non sembrerebbe essersi ancora dissolta.

Una chiave di volta potrebbe arrivare da alcuni device e da una sim in uso al 23enne. Prima di allontanarsi Stefano, avrebbe cancellato sia la memoria del cellulare che quella del pc, ma la schedina telefonica sarebbe ancora attiva.

La madre del giovane, infatti, ha spiegato di averne avuto conferma dal gestore scelto dal figlio. La cosa sarebbe alquanto strana soprattutto perché, da quanto si apprende, il giovane, non solo ha lasciato a casa il suo smartphone ma, prima di far perdere le proprie tracce, avrebbe cancellato i suoi account social, chiuso il conte corrente e disabilitato le carte di credito.

Dalla Sim telefonica, gli inquirenti, sperano di riuscire a tracciare gli ultimi movimenti di Barilli e di risalire ai suoi ultimi contatti.

La scomparsa di Stefano

Stefano aveva lasciato la Farnesiana (Piacenza) la mattina dell'8 febbraio. Il ragazzo, stando a quanto riportato dalla madre, stava vivendo un periodo piuttosto difficile.

Dopo essere rientrato dalla Svizzera - dove era rimasto circa un mese con la speranza di affermarsi professionalmente - infatti, era apparso deluso e demotivato.

Qualche settimana dopo la scomparsa del 23enne in seguito ad una segnalazione - poi rivelatasi non veritiera - arrivata a "Chi l'ha visto?" l'allontanamento di Stefano era stato legato a quella di un altro giovane emiliano, il ventenne Alessandro Venturelli. I familiari dei ragazzi, forse suggestionati dalle immagini, non avevano escluso che i due potessero essere insieme, magari trattenuti da qualcuno. Tuttavia, gli inquirenti, pur considerando le più disparate ipotesi investigava, avrebbero sempre continuato le indagini in maniera distinta.

La mamma di Alessandro, appreso del ritrovamento del presunto corpo di Stefano ha dichiarato, dispiaciuta: "Aver condiviso questo dolore ci ha dato forza. Insieme, abbiamo sperato di riuscire a riabbracciare i nostri figli. Però, purtroppo, per la mamma di Stefano questa speranza si è spenta".