Malika, la ragazza toscana cacciata di casa dalla famiglia dopo aver rivelato di essere omosessuale e di essere innamorata di una donna, riceve 100 mila euro. Tramite la piattaforma GoFundMe, la cugina della giovane aveva aperto una raccolta fondi per aiutarla nelle spese legali e per ripartire con la sua vita.

La rete è solidale nei confronti di Malika

La somma ricavata a sostegno di Malika, la ventiduenne toscana cacciata di casa dalla famiglia dopo aver fatto coming out tramite una lettera, ammonta a 100mila euro. La raccolta fondi era stata aperta dalla cugina della ragazza il 5 aprile e, nel giro di pochi giorni, ha raggiunto la quota sopracitata.

I soldi ricavati dalla raccolta serviranno a pagare le spese legali e psicologiche a Malika, la quale però ci tiene a precisare che li utilizzerà anche per aiutare chi è in difficoltà come lei. La ragazza ha annunciato che effettuerà delle piccole donazioni ad alcune associazioni e ospedali pediatrici e, rivolgendosi alle persone che si sono mostrate solidali con lei, ha detto: “Ringrazio tutte le persone che mi stanno sostenendo e che stanno lottando con me, spero di essere la portavoce di tante persone che ora non riescono ad averla”.

La storia di Malika, cacciata di casa dopo il coming out

Dopo aver rivelato ai propri genitori di essere lesbica tramite una lettera, Malika è stata buttata fuori di casa senza la possibilità di poter recuperare i suoi effetti personali.

La ragazza, di 22 anni, ha deciso di denunciare l’accaduto e i suoi genitori ai carabinieri di Castelfiorentino. In seguito ha voluto raccontare a tutti la sua storia facendo ascoltare le minacce della madre, documentate da una registrazione.

Dopo il clamore mediatico, Malika ha preso parte a trasmissioni come Le Iene e il Maurizio Costanzo Show dove ha dichiarato: “Il mio stato emotivo è altalenante, sono scossa e frastornata”, tutto ciò a causa degli insulti, della violenza verbale e delle minacce ricevute dalla famiglia.

Pare che le sia stato augurato anche un tumore.

Nonostante ciò, la ragazza ha voluto lanciare un messaggio d’amore: “Non vergognatevi per chi siete e per chi amate, non è mai un delitto l’amore e non sarà mai una questione di odio”.

Infine, quando le sono state poste domande in merito ai suoi genitori, la ragazza ha detto: “Spero che possano farsi aiutare”.

L’appello a favore dell’approvazione della legge Zan

La solidarietà nei confronti di Malika è arrivata anche dal mondo dello spettacolo e della politica che rivendica l’approvazione della legge contro l’omotransfobia. Quest'ultima consentirebbe l'entrata in vigore di nuove misure di prevenzione e di contrasto alla discriminazione e alla violenza per motivi fondati sul sesso, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità.

A tal proposito, la ministra della Famiglia, Elena Bonetti è intervenuta a favore del ddl Zan e, facendo riferimento a Malika, ha affermato: “La sua storia e quella delle vittime rifiutate dalle famiglie mette ancora una volta in luce quanto sia necessario provvedere a infrastrutture sociali in grado di sostenerle, accoglierle e accompagnarle. Nei mesi scorsi abbiamo promosso un bando pubblico con uno stanziamento di quattro milioni di euro per i centri di tutela”.