Il corpo di Peter Neumair è stato trovato questa mattina nel tratto del fiume Adige a Ravina, a sud di Trento. Il 4 gennaio, l'insegnante 63enne in pensione, fu ucciso con la moglie 68enne, Laura Perselli, anche lei ex insegnante, dal figlio 31enne Benno, reo confesso. Il corpo di Laura fu trovato il 6 febbraio dove l'Adige lambisce la città di Bolzano, ad Egna. Oggi la decisiva svolta nel caso, dopo quasi quattro mesi di ricerche, ipotesi e supposizioni.

Trento, il ritrovamento di un corpo

Un fiume restituisce sempre, presto o tardi, un corpo. Lo avevano garantito a gennaio le squadre dei vigili del fuoco impegnate nelle ricerche dei corpi dei coniugi Neumair che il figlio aveva buttato nell'Adige la sera del 4 gennaio, dopo averli uccisi.

E così è stato, in maniera del tutto casuale, dopo che le ricerche erano andate avanti per settimane senza esito: oggi, intorno a mezzogiorno, un ragazzo che passeggiava con il suo cane lungo il fiume all’altezza della pista ciclabile di Ravina di Trento, vicino al museo di Scienze Muse, si è accorto di un corpo senza vita affiorato e ha dato l'allarme.

Sul posto sono arrivati vigili del fuoco con il nucleo sommozzatori, uomini della Squadra Mobile e della Scientifica. Che la salma appartenga a Peter Neumair, lo ha confermato l'avvocato Carlo Bertacchi, legale di Madè Neumair, la sorella di Benno. L'identificazione sarebbe avvenuta tramite effetti personali trovati sul corpo, soprattutto l'orologio al polso.

La conferma definitiva potrà arrivare comunque solo dall'esame del Dna che la Procura di Bolzano disporrà nelle prossime ore, oltre all'autopsia. Sarebbe stato l'innalzamento della temperatura, a favorire l'affioramento del corpo che era in acqua da molto tempo, in forte stato di decomposizione. Dopo che la zona è stata isolata, Il corpo è stato recuperato e portata via con un mezzo del servizio funebre del Comune di Trento.

Il ritrovamento segna un punto di svolta per le indagini.

Benno, la confessione

Il 19 gennaio, Benno Neumair, 31enne insegnante di matematica alle media e appassionato di fitness, è stato iscritto nel registro degli indagati. Il 29 gennaio è stato portato nel carcere di Bolzano, per l'omicidio e l'occultamento dei corpi dei propri genitori, dove tuttora è detenuto in attesa di processo.

Dopo oltre due mesi di isolamento, è stato trasferito in una cella che divide con altri due omicidi.

Dall'11 febbraio, pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo di sua madre, Benno che si era dichiarato più volte innocente e estraneo alla scomparsa dei genitori, ha confessato. La confessione è avvenuta nel corso di due interrogatori, inizialmente secretati dalla Procura di Bolzano. il duplice omicidio sarebbe avvenuto dopo l'ennesima lite con il padre. Ai magistrati ha riferito di averlo zittito e di aver preso da una bacinella di plastica, dove custodiva gli attrezzi sportivi, la prima corda da arrampicata che ha trovato. Nel corridoio della casa familiare di via Castel di Roncolo sarebbero cascati insieme per terra, "ma non so se l’ho strozzato da dietro o da davanti.

Ricordo solo che ho stretto molto forte", ha riferito. Poi sarebbe rimasto sdraiato in corridoio.

Secondo la sua versione, che diverge dai primi esiti delle indagini, dopo qualche minuto sarebbe rincasata sua madre, Laura Neumair. Ha detto di essersi di nuovo agitato sentendo il rumore del chiavistello, di essersi mosso verso la porta: non appena è entrata sua madre, l'avrebbe assalita. "Avevo ancora il cordino in mano e mi è venuto di fare la stessa roba, senza nemmeno salutarla". Dall'autopsia effettuata sul corpo di Laura, era emerso che è stata uccisa per strangolamento con una corda compatibile con quelle utilizzate dal figlio per arrampicarsi in montagna. Aveva poi caricato i corpi sulla Volvo station wagon di famiglia e li aveva gettati nell’Adige dal ponte di Vadena.

Ricerche imponenti

Le ricerche dei coniugi erano iniziate da subito, dal giorno della denuncia di scomparsa fatta il 5 gennaio proprio da Benno, su pressante sollecitazione della sorella Madé che aveva intuito la tragedia. Le ricerche sono state fatte nella casa di Bolzano, sul Resia, sul Renon, dove Laura e Peter andavano a camminare, nell’Adige, sia in territorio trentino che altoatesino.

C'è stato un enorme dispiegamento di uomini e di mezzi, con l’ausilio di droni e cani molecolari. Da Genova erano addirittura arrivati i subacquei dei carabinieri. I Ris hanno fatto ricerche anche nei pressi della villa di Bolzano dove abitavano i coniugi uccisi. A metà aprile si conosceranno i risultati dei rilievi. Il ritrovamento del corpo di Laura, è stato reso possibile anche dall'abbassamento del livello del fiume riducendo il flusso dell'acqua dalle dighe delle centrali idroelettriche a monte.