Si sono vissuti degli attimi di grande paura durante l'arrivo in volata della Granfondo delle Alpi Ligure, corsa ciclistica che si è svolta nel piccolo comune di Carcara, 5mila abitanti in provincia di Savona. Durante le fasi finali di corsa, quando cioè tutti i corridori erano intenti nella volata (e dunque procedevano a una velocità elevata), una macchina ha attraversato il tragitto dedicato ai ciclisti e li ha travolti. Cinque corridori sono rimasti feriti, di cui due in modo grave. Il fatto è stato documentato dalla testata locale IVG, che ha pubblicato anche le immagini di quanto è avvenuto.
Uno dei corridori feriti è stato trasportato in ospedale con l'elisoccorso
Sulla dinamica dell'incidente sono ancora in corso degli accertamenti. Quel che è certo è che l'uomo, alla guida di una Fiat Panda, si è immesso nella circolazione proprio in prossimità del traguardo. In quel momento erano in arrivo i corridori, che come già detto erano pronti per un arrivo in volata. A causa di questo, i ciclisti erano dunque lanciati a grande velocità e, nonostante abbiano visto la macchina, non sono riusciti a scansarla. Da qui l'impatto, con i cinque ciclisti che sono entrati in contatto con l'auto. Uno dei corridori è fortunatamente riuscito a evitare la caduta. Gli altri quattro, invece, hanno riportato traumi e contusioni più o meno gravi.
La peggio l'ha avuta Matteo Magnaldi (fratello di Erica, anch'essa ciclista), che in seguito all'impatto è stato trasportato in ospedale con il supporto dell'elisoccorso. Gli è stata diagnosticata una frattura a una gamba, più altre lesioni che lo hanno costretto a un ricovero l'ospedale di Pietra Ligure.
L'altro corridore che ha riportato conseguenze di media gravità è Manuele Caddeo, che con i dilettanti ha vinto la maglia rosa del Giro Baby.
A causa delle ferite dovute all'impatto, infatti, l'uomo è stato trasportato con un'ambulanza in ospedale, dove è stato sottoposto a degli accertamenti che hanno evidenziato un trauma toracico.
La testimonianza di un presente denuncia la mancanza di segnali di divieto
Al momento è difficile individuare i colpevoli di quanto successo.
In particolare, una testimonianza raccolta dalla testata TuttociclismoWeb sembra puntare il dito contro l'organizzazione della manifestazione. Secondo il ragazzo, infatti, l'ultimo km della corsa si è svolto all'interno del centro abitato e in condizioni di pericolo: "Gli ultimi 700 metri erano in discesa e si è passati tra case, vie laterali, tombini e dossi". Nonostante questo, il ragazzo afferma che non erano presenti segnali di divieto, denunciando come nessuna strada laterale fosse transennata o presidiata da organizzatori. Da qui, dunque, nascerebbe l'invasione del circuito da parte dell'automobilista, che secondo la testimonianza si è fermato in una piazzola di sosta non appena accortosi di essere dentro le vie della corsa. Qui è stato poi raggiunto da un membro dell'organizzazione, che gli avrebbe intimato di posizionarsi dall'altra parte della corsia. Da qui la manovra dell'uomo, che poi ha portato all'impatto.