Nonostante la seconda tornata dei negoziati fra le delegazioni russa e ucraina sembri aver condotto a un'intesa in merito ai corridoi umanitari, la tensione fra i due Paesi resta molto elevata e saranno necessari nuovi round di incontri. Nel frattempo proseguono i bombardamenti a tappeto da parte dell'esercito di Mosca, che nella notte hanno colpito anche la centrale nucleare di Zaporizhzhia (la più grande d'Europa) e la centrale termoelettrica di Okhtyrka. Molte città come Kiev, Chernihiv, Mariupol e Odessa sono sotto assedio. Il presidente Zelensky lancia un appello a Vladimir Putin chiedendogli di negoziare di persona, ma nel frattempo esorta il suo popolo a protestare in piazza.

Il secondo giro di trattative

A più di una settimana dall'inizio della guerra in Ucraina, il secondo incontro fra i delegati dei due Paesi in conflitto (tenutosi al confine tra Bielorussia e Polonia, nella foresta di Brest) sembrerebbe aver condotto a un accordo per una tregua temporanea. Secondo fonti vicine a Kiev, il cessate il fuoco dovrebbe poter garantire la creazione di corridoi umanitari per evacuare i civili e consegnare cibo e medicinali alla popolazione dei centri maggiormente colpiti.

Secondo il capo dei negoziatori russi Vladimir Medinsky, questo incontro ha portato a "progressi significativi" e ha spiegato che, oltre che di tematiche militari e umanitarie, si è discusso anche della futura possibilità di risolvere politicamente il conflitto.

Più cauto il capo-negoziatore ucraino Mykhailo Podoliak, per il quale gli accordi raggiunti finora sono insufficienti e ben lontani dai "risultati sperati". Cautela anche da parte del capo della commissione Esteri russa Leonid Slutsky, che conferma la necessità di tenere altri incontri.

Le dichiarazioni di Putin

Nonostante le sanzioni senza precedenti varate contro Mosca, il presidente russo Vladimir Putin prosegue nella sua offensiva contro Kiev dicendo che questa procede con successo e rivendicando la sua battaglia contro le minacce dell'"anti-Russia".

Aggiunge - ma non è vero - che russi e ucraini sono "un unico popolo" e che non intende indietreggiare su questo punto.

A confermare l'irremovibilità del capo del Cremlino è anche il presidente francese Emmanuel Macron che, come il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha tenuto un colloquio con Putin nello stesso giorno del secondo round di trattative.

L'inquilino dell'Eliseo si dice convinto della pericolosa volontà del leader russo di "prendere il controllo di tutta l'Ucraina".

L'appello di Zelensky

Ancora più esplicite le dichiarazioni del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui l'unica soluzione per porre fine alla guerra è parlare direttamente con Putin. Zelensky si dice pronto a incontrare il presidente russo e a "affrontare tutte le questioni" tra cui, secondo alcuni media russi vicini al Cremlino, lo status delle regioni separatiste di Donetsk e Lugansk. Il presidente ucraino ha provocatoriamente invitato Putin a sedersi attorno a un tavolo "per negoziare, ma non a 30 metri" come con Macron e Scholz perché, aggiunge l'ex comico, "io non mordo".

Zelensky ha poi lanciato un appello anche all'Occidente, in particolare all'Europa, ribadendo che il futuro del continente si gioca proprio sulla difesa di Kiev. Qualora l'Ucraina dovesse cadere, afferma Zelensky, la Russia continuerà ad espandersi nell'Europa orientale, a cominciare dai Paesi baltici. E dopo aver preso Estonia, Lettonia e Lituania, avverte ancora, non è da escludere che possa cercare di raggiungere i vecchi confini dell'Unione Sovietica, spingendosi addirittura fino a Berlino est.