A seguito dello scoppio della guerra in Ucraina, negli Usa l'amministratore delegato del McDonald's Chris Kempczincki ha annunciato la temporanea chiusura delle 850 strutture di ristorazione in Russia.

Dopo l'annuncio ufficiale, un gran numero di persone si sono messe in viaggio per mangiare un ultimo panino, non sapendo se e quando ne avranno di nuovo la possibilità e infatti, gli approfittatori non hanno tardato a farsi sentire: su Avito, una piattaforma di scambio simile ad Ebay, alcuni utenti sono arrivati a chiedere fino a 7500 rubli russi, che corrispondono a 60 euro circa, per due hamburger, due bevande e una fetta di torta.

L'impatto della chiusura sull'economia americana

In queste ore la Reuters ha calcolato il danno economico che la multinazionale statunitense subirà a causa delle chiusure e che ammonta a circa 50 milioni di dollari al mese, dovuto anche alla decisione di continuare a pagare gli stipendi dei 62.000 dipendenti russi e di quelli ucraini. In ogni modo, per stimare le perdite, va considerata la totalità degli incassi che vengono registrati dalla catena di fast food più famosa al mondo, indipendentemente da ciò che accade sul suolo russo, dove si trovano solo il 2% dei suoi ristoranti che rappresentano solo il 9% delle entrate e il 3% del reddito operativo. La chiusura temporanea degli 850 punti vendita russi causerà dunque solo una piccolissima percentuale di perdita, dati i rimanenti 38.000 ristoranti sparsi in tutto il mondo.

La notorietà che negli anni il McDonald's ha acquisito, permette dunque di ritirarsi in completa tranquillità dai Paesi coinvolti nel conflitto e, con i circa 21,1 miliardi di dollari totali entranti ogni anno, questa sospensione delle vendite non ne sarà certamente causa di bancarotta.

La catena di ristoranti americana arrivò in Russia il 30 gennaio 1990 quando, a Mosca, nel suo primo giorno di attività, si stima che siano stati 30 000 i cittadini che in fila per assaggiare i nuovi prodotti giuntidagli Usa.