"Benno Neumair non si è pentito e pensa solamente a se stesso". A dichiararlo, nel corso dell'udienza del processo in Corte d'Assise a Bolzano, è la psichiatra di parte civile Anna Palleschi. Benno, supplente di matematica 32enne, ha ucciso, il 4 gennaio 2021, il padre Peter Neumair e la madre Laura Perselli. Dopo aver gettato i loro corpi nel fiume Adige, ha denunciato la loro scomparsa.

La perizia della psichiatra su Benno

Oggi, martedì 14 giugno, si è svolta una nuova udienza del processo a Benno Neumair, reo confesso dell'omicidio dei genitori.

Nell'aula del Tribunale di Bolzano dove si dibatte il caso di Cronaca Nera, è stata ascoltata la dottoressa Anna Palleschi, psichiatra forense. La consulente di parte civile ha ribadito che, secondo la sua perizia, al momento di entrambi i delitti e del conseguente occultamento dei corpi, il giovane era perfettamente in grado di intendere e di volere. Secondo i periti incaricati dal giudice, invece, Benno, nel primo omicidio - ossia quello del padre - avrebbe avuto una capacità di volere ridotta in quanto il litigio avuto con il genitore avrebbe innescato un disturbo della personalità in chiave aggressiva. La specialista, in aula, facendo riferimento alle numerose testimonianze raccolte dall'incidente probatorio ad oggi, ha anche evidenziato alcuni tratti anti-sociali rilevati nel giovane.

Benno non sarebbe interessato alle altre persone

La dottoressa Anna Palleschi, ricordando che gli psichiatri non sono tenuti a rispondere sulla "pericolosità generica" dell'imputato ma solo sulla "pericolosità psichiatrica", ha puntualizzato che solo nel caso in cui venga riscontrato un qualsiasi disturbo psico-patologico (dunque mentale) che può - in qualità di sintomo dello stesso - tradursi in un comportamento criminale o aggressivo, è possibile definire un soggetto "socialmente pericoloso".

Tuttavia, in assenza del disturbo, viene meno anche la pericolosità.

Secondo la psichiatra di parte civile, dunque, il litigio tra padre e figlio non sarebbe necessario per comprendere "la crimino-genetica dell'omicida". Benno, arrestato nel gennaio dell'anno scorso, secondo l'analisi della dottoressa, non si sarebbe mai pentito di aver ucciso in quanto il pentirsi e il preoccuparsi delle conseguenze che le sue azioni possono avere sugli altri non rientrerebbe "nel suo modo di stare al mondo".

L'imputato non sarebbe, quindi, interessato alle altre persone. Il giovane, durante le perizie infatti si sarebbe mostrato preoccupato più per le conseguenze del regime carcerario sulla sua persona che del fatto di non aver più un padre e una madre. Anche la figlia minore di Laura e Peter, Madé, non ha mai creduto al pentimento di Benno. Il 32enne, da quanto si apprende, verrà ascoltato il prossimo 6 settembre. In quella data, di fronte ai giudici, avrà la possibilità di raccontare la sua verità sul duplice delitto di via Castel Roncolo.