Sono state rese pubblica nelle scorse ore le conclusioni dei consulenti nominati dagli avvocati difensori di Benno Neumair, l’uomo a processo per l’omicidio e l’occultamento dei cadaveri dei suoi genitori avvenuto il 4 gennaio 2021 a Bolzano.

Gli psicologi Giuseppe Sartori e Cristina Scarpazza e lo psichiatra Pietro Perini, nominati dalla difesa, hanno confermato davanti alla Corte d'Assise di Bolzano: "E' malato, era incapace di intendere e di volere quando uccise i genitori". Il 31enne, secondo la difesa, sarebbe malato e socialmente pericoloso.

Il suo disturbo della personalità nascerebbe dall'infanzia e sarebbe peggiorato col passare del tempo, rendendolo aggressivo e incapace di controllarsi, come si evincerebbe dall'omicidio del padre e della madre.

Benno Neumair in un primo momento aveva negato il coinvolgimento nell'omicidio, per poi invece confessare l'assassinio.

Un danno al cervello per Benno

L'imputato, secondo i consulenti della difesa, avrebbe un danno al cervello che gli causerebbe i disturbi di cui soffre, riscontrabile tramite la risonanza magnetica.

Secondo la psicologa Cristina Scarpazza, dopo un'attenta analisi delle immagini riscontrate dalla risonanza magnetica, risulterebbe una parte mancante nel cervello del 31enne, precisamente nella parte destra, visibile anche a occhio nudo.

Lo stesso problema è stato riscontrato in più pazienti affetti dalla stessa patologia dell'imputato: tutti soggetti con un basso livello di intelligenza emotiva e tendenti all'aggressività incontrollata. Una delle cause del danneggiamento del cervello sembra poter essere l'abuso di steroidi anabolizzanti, di cui l'imputato, culturista, faceva uso.

I fatti del 4 gennaio 2021

Benno Neumair si trovava in casa con il papà Peter il 4 gennaio 2021. Secondo il suo racconto, ci sarebbe stata una discussione, trasformatasi in una banale lite, che avrebbe innescato la furia omicida del ragazzo. Quella mattina il padre lo avrebbe svegliato in modo aggressivo e lo avrebbe apostrofato con brutte parole.

Sempre secondo il racconto dell'imputato, il giovane avrebbe avuto una sorta di blackout e si sarebbe scagliato contro il padre, strangolandolo con un cordino.

Quindi si sarebbe addormentato accanto al cadavere e quando la madre Laura è rientrata in casa, si sarebbe svegliato e con lo stesso cordino avrebbe ucciso anche lei. Dopodiché ne avrebbe occultato i cadaveri.

Benno era stato lontano da casa per 10 anni, a causa delle violente liti che spesso scoppiavano con i genitori. Era andato a vivere in Austria ma poi era tornato dai genitori con l'inizio della pandemia, essendo rimasto disoccupato.