Dopo la confessione di Alessandro Impagnatiello che nella tarda serata di mercoledì 31 maggio ha raccontato agli inquirenti di aver ucciso la compagna Giulia Tramontano e di averne nascosto il corpo in uno spazio verde a pochi passi dalla casa in cui abitavano a Senago, nell’hinterland di Milano, le indagini stanno cercando di ricostruire più dettagliatamente la dinamica di questo episodio di Cronaca Nera.

Sembrerebbero esserci pochi dubbi sul fatto che il crimine sia stato premeditato. Infatti, sabato 27 maggio, mentre la giovane sta incontrando l’amante del fidanzato, il barman trentenne sarebbe intento a pianificare come ucciderla e nasconderne il corpo.

Verso le sette di sera fa alcune ricerche sul web su “ceramica bruciata vasca da bagno”: dopo avere ammazzato la giovane proverà ripetutamente a bruciarne il corpo nella vasca, senza riuscirci. Inoltre in quelle ore cerca in rete notizie su Alberto Stasi e sul delitto di Bollate, sui casi di allontanamento volontario e persino su come rimuovere le macchie di sangue. Per giorni l’uomo tenta maldestramente di nascondere la verità, fino alla sua confessione che porta al ritrovamento del corpo di Giulia in un’intercapedine situata tra diversi box auto, poco distante dall’appartamento in cui la coppia viveva.

Il racconto del delitto di Giulia nella confessione del compagno

Adesso il barman è in carcere a San Vittore con l’accusa di aver ucciso la compagna, con aggravanti come la premeditazione e la crudeltà, ma anche di occultamento di cadavere e interruzione di gravidanza senza consenso, essendo Giulia incinta al settimo mese.

Per i magistrati l’uomo ha una forte “capacità manipolatoria e ingannatrice”. Per mesi è riuscito a condurre una doppia vita riuscendo a portare avanti relazioni affettive con due donne diverse a loro insaputa.

Proprio sabato Giulia è venuta a conoscenza, direttamente dall’amante del fidanzato, dei dettagli dell’inganno subito.

Torna a casa infuriata, come testimoniano alcuni messaggi che manda al compagno, che ha già deciso di ucciderla. I due hanno una violenta discussione. Nel suo racconto, che non lascia trasparire emozioni, il trentenne parla di atti di autolesionismo compiuti dalla fidanzata durante il litigio e arriva a dire di averla colpita tre o quattro volte al collo con un coltello da cucina per non farla più soffrire.

La donna cerca di divincolarsi, ma non ci riesce, fino a cadere ormai priva di vita davanti al divano in salotto. A quel punto l’assassino trascina il corpo in bagno e prova a bruciare tutto all’interno della vasca, senza riuscirci.

L’incontro del barman con l’altra donna, poco dopo aver ucciso Giulia

Dopo questo primo tentativo di disfarsi del corpo della compagna, il trentenne decide di portare il cadavere nel box auto, stando attento a ripulire il percorso. Gli inquirenti vogliono capire se sia riuscito a fare tutto da solo oppure sia stato aiutato da qualche complice. Successivamente il barman raggiunge in automobile Milano e si reca sotto casa dell’altra donna, una 23enne italo-inglese ex collega: le dice che Giulia se n’è andata via, che non è più un problema e perfino di non essere il padre del bimbo della compagna.

La donna però non gli crede e non lo fa entrare. Alle tre e mezzo di notte l’uomo torna a casa, non prima di essersi fermato a un distributore per riempire una tanica di benzina, utilizzata per un nuovo tentativo di distruggere il corpo senza vita di Giulia, anche questo non riuscito, ma che produce una quantità di cenere tale da fare insospettire alcuni vicini.

Il corpo di Giulia è rimasto per un po' di tempo nel bagagliaio dell'auto del fidanzato

Quando l’assassino si reca al lavoro alle sette di domenica mattina, decide di lasciare il corpo di Giulia nel garage di casa. Successivamente sceglie di caricarlo nel bagagliaio della sua automobile e non si fa problemi ad andare in giro così, fino a quando mercoledì non lo nasconde nell’intercapedine, poche ore prima di essere interrogato.