"Gli Italiani mangiano molto e leggono poco", dicono spesso gli stranieri e non hanno tutti i torti. Ma alcuni autori sono amatissimi e molto letti, macinando record e accumulando lettori affezionati, anche perché, accanto al brivido dell'omicidio fanno sentire il profumo della tavola.

Negli ultimi decenni quello che era un tabù per la letteratura - fare vedere una cosa intima e personalissima, come la cucina, con i suoi gusti, le sue preparazioni, le sue passioni - è scomparso. Non solo molti cuochi e gourmet hanno scritto molti libri anche appassionanti, dimostrando di essere non solo dei bravi "tecnici", ma anche degli uomini e donne di cultura (consigliamo a tutti di leggere "L'arte della cucina sovietica" della premiatissima autrice russo-americana Von Brenzen").

Ma moltissimi bravi scrittori infarciscono i libri di cibo, Ricette e buongustai.

Il successo di Montalbano e la caponata

Sempre di successo, anche per una intelligente operazione televisiva, il Commissario Montalbano vive i gusti della Sicilia più profonda. Gusta e cucina, pesce e verdure con caponatine e polpette di pesce da farsi venire l'acquolina in bocca. Il furbo e bravo Camilleri, già autore televisivo, ha compreso che questa immersione nella vita quotidiana piace ai lettori. Un gruppo di fanatici fan ha addirittura composto un sito di ricette con citazioni dei gialli del famoso poliziotto.

Caponata di Melanzane per quattro persone

Ingredienti:

500 g di polpa di pomodoro

1 sedano piccolo

200 g di olive bianche

100 g di mandorle sgusciate

50 g di capperi

3 cucchiai di aceto

3 cucchiai di sale

12 melanzane

olio e sale qb

Mettere sotto sale le melanzane per un'ora, poi lavarle, tagliarle a cubetti di 2 cm.

Tritare grossolanamente il sedano e sbollentarlo in acqua senza sale per 10 minuti. In una larga padella mettere a friggere olive denocciolate, capperi e sedano sbollentato. Aggiungere dopo 3 minuti le melanzane e friggere per 5 minuti a fuoco vivo. A fuoco moderato cuocere per un'ora nella polpa di pomodoro, concludere con le mandorle sminuzzate.

Servire freddo il giorno dopo.

Macchiavelli e la Bologna dei brividi con la pasta e fagioli

Ma il fenomeno dei giallisti buongustai non si ferma solo alla Sicilia di Montalbano. Loriano Macchiavelli fa muovere il suo sergente Sarti in una Bologna che accanto ai misteri fa sentire l'odore di mille caffè (Sarti è un fanatico della tonica bevanda) e dei piatti corposi della cucina emiliana.

Nel libro "Uno sterminio di stelle", Sarti cena dall'amico Lurido (di nome e di fatto) che gli ammannisce una cucina sostanziosa fatta di "ditalini nei fagioli" grondanti di parmigiano e olio, ma con l'attenzione di scegliere solo "borlotti di montagna" , portata seguita da "fagioli in umido con zampone"; il tutto innaffiato con generoso Montepulciano.

Ditalini nei fagioli per quattro persone

Ingredienti per 4 persone

400 g di ditalini

400 g di fagioli bortotti di montagna (freschi possibilmente)

100 g di avanzi di prosciutto crudo

100 g di parmigiano

2 spicchi d'aglio

1 mazzetto di prezzemolo

3 foglie di salvia

olio, sale, pepe nero qb

Far bollire in pentola a pressione in acqua salata e salvia i fagioli borlotti di montagna opportunamente sbaccellati e mondati.

Intanto in abbondate olio soffriggere prosciutto tritato finemente, aglio e prezzemolo. Aggiungere fagioli bolliti per 5 minuti; coprire quindi con acqua e aggiungere la pasta. Farla cuocere per 8 minuti. A fine cottura aggiungere parmiano grattuaggiato e abbondante pepe nero

Crapanzano a Milano

Ma il giallista più attento alla cucina è senz'altro Dario Crapanzano con il suo Commissario Arrigoni. Poliziotto di buon senso e ottima stazza, mosso da voglia di fare e soprattutto di mangiare, alterna cene domestiche e pranzi nel quartiere Porta Venezia, dove è il suo Commissariato. Ne "Arrigoni e l'omicidio di via Vitruvio", si inizia con un pranzo di nozze a base di risotto alla milanese (giallo nel giallo!), ossibuchi con funghi e vino di San Colombano ("L'unico vino di Milano"); e si prosegue con "sanguis" (i sandwich ambrosiani) al prosciutto e salame, la famosa "pizza alta" di Spontini; e finisce con una cena famigliare con un piatto pieno di involtini e una cena con i nervitt (i nervetti e cipolle che si trovano solo qui) e stufato di asino con patate.

Nervetti

2 zampetti di vitello

3 cipollotti

1 sedano

1 carota

4 cucchiai d'olio

1 cucchiaio di aceto

sale e pere q.b.

Pulire gli zampetti e lavarli bene. Mettere sul fuoco una pentola con abbondate acqua, salare, unire la carota e il sedano. Appena l'acqua bolle mettere gli zampetti. Quando sono ben teneri levarli dal brodo e farli intiepidire. Staccare tutta la parte nervosa dalle ossa e farla intiepidire. Collocare i nervetti in un'insalatiera, unire i cipollotti tritati fini, un pizzico di sale e pepe, condire con olio ed aceto. Mescolare e servire.

Tre esempi di cibo e letteratura, che hanno successo perché mettono insieme vita quotidiana e cultura. Ma riescono anche, oltre a far godere del brivido della piacevole letteratura, quello dei ricordi: e non c'è nulla di più forte del ricordo del cibo, pensato, voluto e ricordato. E Proust ne sa qualcosa....