Piove su Roma e pioverà fino alla fine della pellicola. E mentre lo schermo diventa nero, accogliendo i titoli di coda, gli spettatori si alzano e tornano a vivere nella realtà. Sempre che un pellicola come quella di Suburra abbia permesso allo spettatore di distaccarsi dalla quotidianità (soprattutto quella romana) e da un'Italia difficile, corrotta, vulnerabile. Il regista di Romanzo Criminale, insieme al magistrato autore dell'omonimo romanzo,torna a raccontare la criminalità (più o meno velata, sotto la spoglia del borghese come del politico) della Capitale.
Alla prima del film presente anche il sindaco dimissionario Ignazio Marino.
"Possiamo comprare chiunque"
"Nessuno è innocente" si può leggere a chiare lettere alla fine del trailer che annuncia l'arrivo nelle sale dell'ultima pellicoladi Stefano Sollima, ispirata all'opera scritta a quattro mani dal magistrato Giancarlo De Cataldo e il giornalista Carlo Bonini. Un libro uscito nel 2013, decisamente prima rispetto allo scoppio diMafia Capitale, ma che trae spunto da fatti realmente accaduti e da atti giudiziari."Possiamo comprare chiunque" dice Samurai, interpretato da Claudio Amendola, l'unico di cui aveva paura anche la Banda della Magliana, dice numero 8, giovane boss di Latina dal coltello facile.
E in Suburra c'è proprio tutto: un parlamentare che gioca un ruolo chiave per far passare una legge; uno dei Re della Roma criminale, con un piede in Vaticano euno in Parlamento; i Rom o, come li definisce il Samurai,"cravattari arricchiti"; le prostitute (persino quelle minorenni); la Chiesa e un PR figlio di un imprenditore edile strozzato dai debiti (e, è proprio il caso di dirlo, dagli strozzini).
E alla fine c'è l'Apocalisse, ovvero le dimissioni del Presidente del Consiglio - con chiaro riferimento a quanto accaduto nella realtà proprio il 12 novembre 2011 - dopo l'approvazione della legge di stabilità, su cui ha messo le zampe anche il parlamentare Filippo Malgardi, interpretato da Pierfrancesco Favino.
La realtà supera la fantasia
E' tutto un continuo trattare: sullo sfondo un equilibrio leggerissimo che potrebbe essere spezzato in qualsiasi momento, da un qualsiasi 'no' detto al momento sbagliato. Il romanzo, per dirla con le parole di Concita De Gregorio, racconta la Roma dei corruttori. La realtà supera la fantasia: è questo il primo pensiero che viene in mente quando si confronta la cronaca finita sui giornali con la realtà romanzata di Suburra.Succede coi personaggi e anche col progetto che fa da filo comune alla narrazione, ovvero la trasformazione di Ostia in una Los Angeles cacio e pepe con tanto di pista da sci. Un progetto largamente appoggiato anche dalla giunta Alemanno, spazzata via insieme al progetto dai risultati delle elezioni comunali del 2013.
E questa è la realtà, non la finzione.
Al film, ora nelle sale di tutta Italia, seguirà una serie tv, la prima prodotta nel nostro paese da Netflix e disponibile dal 2017. Il primo ciak, previsto per metà 2016, segue la scia di altri film (e relative fortunate serie, come Gomorra o Romanzo Criminale) che raccontano l'Italia del malaffare.