I jethro tull sono una realtà a sé stante nella scena mondiale del rock ed oggi sono pronti a rimettersi in gioco con un tour organizzato per festeggiare i cinquant'anni di musica in bilico tra progressve e folk, ma caratterizzato da una cifra identitaria molto forte. Il 2 Febbraio 1968 debuttano in un luogo che trasuda storia del rock, ovvero il Marquee di Londra ed oggi, a mezzo secolo di distanza, Ian Anderson è pronto a riaccendere il motore e girovagare tra vecchio e nuovo continente per il tour delle cinquanta primavere.

Il Tour approda in Italia

Il tour che parte il 1° Marzo da Aalborg, in Danimarca, arriva il 18 Luglio a Porto Recanati (Macerata), il 19 a Roma, il 21 a Cagliari, il 23 a Milano ed il 24 a Firenze per una serie di concerti che faranno rivivere i momenti cruciali di una band che va consacrata come una delle idee più originali del grande libro del Rock. E' inutile elencare gli album da cui potranno essere attinte le canzoni che prenderanno parte alle set-list dei concerti, tanta e tale è la qualità racchiusa nella discografia "Tulliana", ma la menzione per Thick as a Brick è d'obbligo per la bellezza dell'album e per l'idea di concept che naviga tra le varie tracce che lo compongono. Sul palco Ian Anderson è affiancato da David Goodier (basso), John O'Hara (tastiere), Florian Opahle (chitarra) e Scott Hammond (batteria), più eventuali sorprese.

Chi è Ian Anderson?

L'immagine consegnata ai posteri di un giovane istrione del palcoscenico è evidente, il suo aspetto è al tempo stesso grottesco ed affascinante con pennellate provenienti dalle foreste del Nord tra elfi e folletti ed alcune tinte forti estratte dalla faccia di Londra raccontata da Dickens. Molto spesso ci si sofferma, erroneamente, su quella postura tanto particolare con i lunghi capelli che seguono la testa che piega su un lato per suonare il flauto traverso e quella gamba alzata che scalcia in aria, a metà tra arti marziali e movimenti liberatori dalla grande teatralità.

Si diceva erroneamente, ma potremmo aggiungere "in modo semplicistico" perché il leader dei Jethro Tull ha portato, da grande innovatore, il flauto traverso in primo piano nel sound di una band di successo e la sua voce ha un timbro davvero caldo che, nella sterminata produzione discografica firmata dai Jethro Tull, emerge come tratto distintivo.

L'Isola di Wight

La band inglese fu anche protagonista di uno degli eventi musicali e sociali più importanti della modernità, Isle of Wight Festival il 30 Agosto 1970, in una set-list che presentava anche My God e la rivisitazione di Buree di Bach, momento di grande pathos che caratterizza ed ha caratterizzato la band di Ian Anderson nei live che hanno raccontato la storia della band. Nonostante l'invito, i Jethro Tull, non andarono, l'anno prima, a Woodstock.