Il rap è senza dubbio il genere musicale che va per la maggiore tra il pubblico più giovane; basti solo pensare a cantanti come Sfera Ebbasta, Fedez, J-Ax e il tunisino Ghali.
Uno solo però è diventato negli anni un personaggio amatissimo e allo stesso tempo odiato o comunque molto criticato: ci stiamo riferendo a Bello Figo, rapper ghanese in Italia da diversi anni che ha spaccato la critica anche per via di alcuni testi a sfondo politico.
Oggi abbiamo avuto la possibilità di recensire ‘Swag Negro, Non ce la fa nessuno’, libro dell’artista di origine africana pubblicato e distribuito dalla casa editrice Rizzoli.
Recensione di ‘Swag Negro, Non ce la fa nessuno’ di Bello Figo
Arrivato nel capoluogo ducale nel 2004, il giovane Bello Figo (il suo vero nome è Paul Yeboah) racconta anche la sua infanzia in Ghana in questo volume e di essere stato uno dei più bravi della classe a scuola. Al suo arrivo in Italia a Parma ha avuto normali problemi di ambientamento e adattamento, ma grazie a due compagni di classe che parlavano un fluente inglese ha cominciato pian piano ad integrarsi e a imparare la nostra lingua.
Come succede spessissimo è stato il pallone il punto di unione per le sue nuove amicizie, stringendo un legame sempre più forte con suo fratello, il cantante Don Capucino. Quest’ultimo però a differenza di Bello Figo fa un altro lavoro durante la settimana e solo nel tempo libero si dedica al rap.
In realtà lo stile di Paul Yeboah è il puro swag, genere tanto di moda specialmente nell’hip hop statunitense fatto di atteggiamenti superbi, sbruffoni e parecchio sopra le righe. Gli incontri e video su YouTube con il re del trash Andrea Diprè gli cambiano la vita professionale, anche se riesce ad attirarsi tantissime critiche.
In ‘Swag N--o. Non ce la fa nessuno’, Bello Figo ci tiene però a precisare che i suoi testi non vogliono avere alcun tipo di vena polemica o di scontro, anzi cerca proprio il contrario: il suo stile è allegria, sorriso, prendere la vita con leggerezza e regalare ai suoi numerosi fan momenti di ilarità e fantasia. L’ex Gucci Boy, costretto a cambiare nome d’arte dopo una denuncia del famoso marchio d’abbigliamento e accessori, condanna così fermamente la sua ospitata nel programma ‘Dalla vostra parte’ di Maurizio Belpietro e l’intervento di Alessandra Mussolini.
In quell’occasione infatti il cantante africano è stato oggetto di pesanti critiche specialmente per i contenuti della sua canzone ‘Non pago affitto’, ritenuta un insulto verso il popolo italiano e piena di stereotipi riguardanti il pesante tema dell’immigrazione. Il giovane afferma di non aver mai voluto insultare nessuno o trattare tematiche troppo importanti, solo far sorridere i propri fan che sul canale YouTube, Facebook e Instagram lo seguono con tanta passione. In questo libro si racconta a 360 gradi ai followers, cercando di far capire il proprio stile e messaggio artistico anche a quelle persone che non lo conoscono affatto o che lo condannano per partito preso.