Il 13 agosto è morto Salvatore Cantalupo. Il primo a riportare la triste notizia è stato Gianfranco Gallo, collega dell'artista partenopeo scomparso a 59 anni a Monserrato, in provincia di Cagliari, dopo una breve e fatale malattia.

Molto attivo soprattutto nell'ambito teatrale, si è fatto conoscere al grande pubblico e ai media grazie a "Gomorra", film del 2008 tratto dal celebre e omonimo romanzo di Roberto Saviano. Nella pellicola, Cantalupo ha vestito i panni di Pasquale, sarto che operava nell'alta moda, ma in nero e sfruttato dalla camorra.

La carriera dell'attore partenopeo

Salvatore Cantalupo ha debuttato al Cinema in "Teatro di Guerra" di Mario Martone. Sul set ha lavorato al fianco di artisti del calibro di Toni Servillo, Nina Di Majo e Iaia Forte. Proprio con il protagonista de "La Grande Bellezza" ha condiviso la passione per il teatro, approdando insieme a lui al teatro con "Le False Confidenze" di Pierre de Marivaux e "Il lavoro rende liberi".

I due interpreti hanno condiviso anche il set di "Gomorra", anche se sono apparsi in momenti diversi del film. Inoltre Cantalupo ha recitato anche in "Tris di donne e abiti nuziali" di Vincenzo Terracciano e in "Fortapàsc", pellicola che si concentra sulla vita di Giancarlo Siani, accanto a Massimiliano e Gianfranco Gallo e Libero De Rienzo.

Gianfranco Gallo: "Si è risvegliato e ha risposto che poteva morire felice"

Gianfranco Gallo, nel dare la triste notizia della scomparsa di Salvatore Cantalupo, ha pubblicato un lungo post commemorativo su Facebook. Il 56enne artista partenopeo ha lavorato con lui sul set di "Fortapàsc", e ha voluto condividere questo toccante ricordo: "Salvatore Cantalupo non c'è più.

Non eravamo amici nel vero senso della parola, ci eravamo sfiorati sul lavoro. Nel film Fortapàsc ci stimammo molto ed ogni volta che incontravamo per caso ci raccontavamo l'un l'altro".

Gallo ha proseguito nel suo ricordo dell'attore deceduto, ricordandone le qualità e raccontando i suoi ultimi giorni di vita: "Salvatore era un attore di quelli che mi piacciono, lavorava sui personaggi per sottrazione, nessun orpello, solo l'essenziale, quello a cui tendo sempre anch'io.

La vita degli attori è anche la sua, fatta di cose belle, ma anche di tante delusioni e rara giustizia. Era un compagno in tutti i sensi. Su Facebook diceva la sua con passione, si esponeva e non si sottraeva mai, lo stimavo anche per questo. Un amico comune Ciro D'Errico - ha continuato l'attore partenopeo - mi ha raccontato che cos'è successo in Sardegna mentre Salvatore teneva un laboratorio, a luglio si era ammalato. È entrato in coma il giorno in cui si doveva andare in scena, si è risvegliato e gli hanno detto di aver preso dieci minuti di applausi, ha risposto che poteva morire felice e se n'è andato, in silenzio, senza fare ammuina... per sottrazione".

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